ItaliaOggi, 22 maggio 2019
Il Portogallo sta crescendo bene
Il Portogallo del premier Antonio Costa si sta riprendendo grazie all’industria, anche se l’incidenza del settore è ancora insufficiente quanto a valore delle esportazioni. Nonostante il persistere di debolezze strutturali (declino demografico, mancanza di innovazione, basso livello di istruzione e scarsi investimenti in R&D), dall’inizio dell’anno l’attività economica è rimasta vivace con una crescita del pil dello 0,5% nel primo trimestre, cioè dell’1,8% su base annua. La buona salute del Portogallo deriva principalmente dai consumi privati alimentati dall’aumento dei salari e dalle dinamiche occupazionali. I dati preliminari «riflettono una significativa accelerazione degli investimenti» secondo l’Istituto nazionale di statistica ripreso da Le Figaro. L’incremento della spesa per macchinari e attrezzature è stata particolarmente sostenuta negli ultimi due anni, con una crescita marcata nel 2017 del 14,6 e del 7% l’anno scorso. «È un segnale positivo che le aziende stiano aumentando la propria capacità produttiva», ha detto a Le Figaro, Jesus Castillo di Natixis, «soprattutto, la crescita è più sana rispetto al passato quando era stata generata ricorrendo al debito».Il raddrizzamento dell’economia del Paese dal 2014, dopo la grave crisi del debito pubblico che aveva costretto Lisbona a ricorrere agli aiuti internazionali, è accompagnato dalla ripartenza del processo di reindustrializzazione. Oggi l’industria rappresenta il 12,8% del pil. Era il 10% all’inizio del 2009. I due settori di testa sono l’agroalimentare e il tessile (abbigliamento e pelle che rappresentano il 18% ciascuno). In questo il Portogallo ha saputo resistere alla concorrenza asiatica e del Maghreb, specializzandosi e salendo di fascia. L’inversione di marcia è il risultato dell’aumento della competitività unita al basso costo del lavoro. La manodopera in Portogallo costa 14,20 euro contro i 34,60 in Germania e i 35,80 in Francia, secondo quanto ha riportato Le Figaro, ma comunque resta più cara rispetto a diversi Stati dell’Est Europa che dispongono di una manodopera molto qualificata.