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 2019  maggio 22 Mercoledì calendario

In Germania sempre più pensionati amano lavorare

La Germania è un paese ingiusto, dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri aumentano. Certamente è un paese capitalista e le ingiustizie sociali esistono, ma il quadro dipinto da chi non ama i tedeschi è a tinte troppo forti. Un milione e 400 mila pensionati continuano a lavorare, il doppio rispetto al 2003. E Sabine Zimmermann, deputata della Linke, il partito dei post comunisti, si allarma: «Non possono godere del meritato riposo perché le pensioni sono troppo basse e hanno bisogno di integrarle». Ma sono una minoranza, secondo un sondaggio condotto tra i diretti interessati.Perché non restate a casa a godervi la vita?, era la prima domanda. Il 97% ha risposto: «Der Spaß an der Arbeit», cioè perché mi diverto a lavorare (era possibile dare più motivazioni). Subito dopo, con il 96%: «Per mantenere i contatti con gli altri». A seguire, il 90% ha detto: «Per rimanere in forma»; l’81%: «Per avere la sensazione di essere ancora utile»; il 79%: «Per avere ancora una sfida da affrontare». Ed ecco, infine, al sesto posto, con il 74%, la risposta: «Per continuare a guadagnare». Seguono poi: «Per acquistare ancora esperienza»; «Per avere una giornata bene organizzata»; «Per continuare a imparare» e, con il 19%, in coda: «Perché a casa mi annoio».
Quanti non hanno voglia di stare a casa davanti alla Tv o a curare il giardino, se ce l’hanno, sono poco meno del 10% dei pensionati tra i 64 e i 74 anni. In nessun altro paese dell’Unione europea sono così tanti. La Germania prima della classe è in realtà un povero paese? Naturalmente, chi ha svolto lavori usuranti non torna in fabbrica, alla catena di montaggio. Tra questi, lavora meno del 5%, e si può presumere che lo faccia per motivi economici. Tra chi lavora, la percentuale di quanti hanno un titolo di studio è elevata, il 30% ha almeno la licenza liceale. E, infine, pochi pensionati lavorano a tempo pieno, o sono disposti a fare straordinari.
I «Silver worker», i lavoratori con i capelli bianchi, scrive Die Welt, sono molto utili alle imprese che non trovano apprendisti. Questo spiega anche perché siano aumentati. Dieci o quindici anni fa non erano richiesti. Oggi, le aziende al momento della pensione fanno allettanti proposte per convincere i dipendenti con più esperienza a rimanere. La situazione potrebbe cambiare rapidamente nel prossimo decennio. Nel 2030 si potrà andare in pensione solo a 67 anni. L’ età è andata aumentando di un mese all’anno, dai 63 anni che era il limite in un recente passato.
Un aumento graduale e non dall’oggi al domani, come è avvenuto da noi. Ed è prevedibile che in futuro aumentino quanti torneranno al lavoro per necessità economica. Progressivamente si va abolendo anche lo «sconto fiscale» a favore dei pensionati: fino a una quindicina d’anni fa pagavano le tasse sulla metà dell’imponibile, ma il privilegio va diminuendo al ritmo del 2% all’anno, finché scomparirà. E, problema grave, a causa dei tassi d’interesse quasi a zero i fondi integrativi per le pensioni non rendono, e molti tra una decina d’anni si troveranno con una rendita quasi pari al limite di povertà. Frau Zimmermann oggi ha torto, ma domani potrebbe avere ragione.