Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  maggio 22 Mercoledì calendario

Venezia, prostitute multate per intralcio alla viabilità

Sulla strada. «Dobbiamo smettere di credere che si prostituisca solo chi è in una situazione di bisogno, o che tutte le ragazze in strada siano vittime di tratta. Sanzionare solo il cliente, agire solo sulla domanda, non è più sufficiente». Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, in quota centrodestra, ha accolto con soddisfazione l’approvazione del nuovo regolamento di polizia e sicurezza urbana, che include la possibilità di multare anche le prostitute. La novità è stata introdotta con un emendamento presentato dal consigliere Giampaolo Formenti, esponente del cosiddetto movimento fucsia di Brugnaro. L’amministratore ha precisato come «non venga punita la prostituzione in sé, ma l’abuso degli spazi pubblici». Il divieto riguarda «il meretricio in strada quando impedisce la libera circolazione e l’accesso alle aree». Le prostitute, di conseguenza, verranno sanzionate per intralcio alla viabilità nel caso in cui la contrattazione con un cliente influisca sul traffico stradale.
Il piano di sicurezza urbana è stato approvato dal consiglio comunale di Venezia con 22 voti a favore e 6 contrari. «Abbiamo mostrato cose concrete ai cittadini», ha spiegato Brugnaro. «Erano 33 anni che non si metteva mano a questo documento. Se ci saranno questioni da limare o da risolvere mi impegno a migliorare ulteriormente il documento. La mancanza di decoro, in passato, è stata combattuta con i mezzi dello Stato sociale, mentre noi abbiamo cambiato schema: nessuna impunità».
Nel regolamento comunale è stato introdotto il Daspo urbano, che colpirà chi si comporterà in maniera molesta nel centro storico. Saranno banditi i lucchetti dell’amore sui ponti, le biciclette, l’alcol consumato tra le 20 e le 8 fuori dai plateatici, i tour molesti per gli addii al celibato, al nubilato o per le lauree con sanzioni previste per i tuffi nei canali, le passeggiate e i giri in barca nei canali cittadini a torso nudo o in bikini. Il provvedimento che ha fatto più discutere, però, riguarda le multe alle prostitute. «Si arriva persino a sanzionare chi si prostituisce, colpendo i soggetti deboli della filiera, già vittime di violenze e soprusi», hanno sottolineato gli esponenti del gruppo consiliare del Pd, che hanno bocciato il regolamento. «È un atteggiamento retrogrado, ottuso ed estremamente inadeguato, in contrasto con la vigente normativa che non proibisce la prostituzione in strada, ma i reati di sfruttamento e di favoreggiamento». «In un colpo solo si distruggono 20 anni di progetti sociali», sono le parole del capogruppo dei dem, Monica Sambo, riportate dal Corriere del Veneto. «Multare le prostitute potenzialmente sfruttate è una violazione dei diritti umani», ha incalzato l’ex responsabile del progetto comunale sui fenomeni della tratta e della prostituzione, Claudio Donadel.
In Veneto, nel 2015, l’unico a prevedere una multa per le prostitute, oltre che per i clienti, era stato l’allora sindaco leghista di Padova, Massimo Bitonci, che aveva presentato un provvedimento che vietava di «sostare sul suolo pubblico in atteggiamento che inequivocabilmente connoti l’attività di meretricio». Nel 2017, però, il Tar aveva bocciato l’ordinanza.