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 2019  maggio 22 Mercoledì calendario

Il più forte del mondo è un italiano di 55 anni

Più granitico della Roccia dei Fantastici quattro, indistruttibile come Wolverine, più verde, ma meno incazzoso, di Hulk, più forte forse di Hafþór Júlíus Björnsson, Ser Gregor Clegane, il «Montagna» della serie tv Il Trono di Spade che lo scettro, con l’enfasi che si conviene, lo ha impugnato l’anno scorso. Lo scettro, appunto, di uomo più forte del mondo. Non era mai successo che a vincerlo fosse un italiano, semmai americani, islandesi, polacchi: il primo si chiama Luca Ripamonti, è un ex bodybuilder, viene da Santa Maria Maggiore, paesino di mille abitanti della Val Vigezzo, e non è nemmeno così di primo pelo avendo 55 anni suonati. Dalle sue parti lo raccontano come un tranquillo colletto bianco, colletto bello largo a giudicare dal collo, che ogni mattina accompagna a scuola la sua bambina, dopo essersi esibito appena sveglio in una sobria colazione: una decina di bianchi d’uovo, cinque fette di pane, integratori vari e un litro di succo di frutta. Si allena almeno tre ore al giorno e solleva pesi da quando ha 15 anni. Ai giornali del suo paese ha spiegato che gli anni di ginnastica coi pesi l’hanno protetto dall’usura precoce di cuore e articolazioni «consentendomi, alla mia veneranda età, di fare ancora ottime prestazioni». Non ha problemi di dieta, nè di colesterolo alto, tutto a posto anche con la glicemia. Mangia otto volte al giorno ma al contrario di Braccio di ferro agli spinaci preferisce carne, pasta e riso. Ben condite.
Primo ai Campionati Mondiali di Strongman, organizzati a Singapore dalla WASF, la World Amateur Strongman Federation, la cupola degli uomini più forzuti del globo. Nemmeno tanto una sorpresa perchè il ferrigno Luca si presentava alla pugna da campione d’Europa in carica. 
Ora ci sarebbe un po’ da questionare sul tipo di prove da superare per diventare Robocop, almeno in quelle previste per i professionisti. Prendi il Farmer’s Walk, la prima del mazzo: si ispira, ci informa Wikipedia, al lattaio che trasporta i fusti contenenti il latte. Con tutte e due le mani il nerboruto deve impugnare recipienti che pesano dai 12 ai 170 chili, il più rapidamente possibile e soprattutto senza inciampare. Oppure il Truck Pulling, il traino dell’autocarro: con un corda legata all’imbracatura delle spalle il tetragono deve spostare impavido un mezzo di trasporto, spesso un camion ma anche autobus o tram. Cose che sarebbero di una certa utilità anche nelle grandi città con tutti quelli che parcheggiano in seconda o terza fila. Simile, ma persino più tosto, il Plane Pull, dove ad essere trainato, sempre allo stesso modo, è un aereo di circa 70 tonnellate. Oppure ancora il Fridge Carry, si rimorchia un frigorifero appena riempito dalla spesa, ma appesantito dal peso di 415 chili. Lo devi spostare di trenta metri al massimo in un minuto. Se ti va bene puoi divorarti il contenuto dello stesso.
Quattordici prove così, il doppio delle sette fatiche di Ercole (se è per questo c’è anche l’Hercules Hold: devi tenere in piedi due pilastri da 160 chili con le catene e resistere più che puoi), quello che non ti uccide, si dice, ti fortifica.Luca ha totalizzatoe 45 punti su 60, è stato praticamente in testa fin dall’inizio, ma alla fine ha dovuto respingere l’assalto disperato ma vano dell’americano Watson e del tedesco Schmidt. In Italia uno così non si vedeva dai tempi di Steve Reeves, lo scozzese di Trastevere, l’Ercole del filone mitologico del cinema degli anni Sessanta. Una volta Cinecittà mise insieme nella stessa pellicola Ercole, Sansone, Maciste e Ursus. Sembrava Singapore ieri. 
Dopo la vittoria Luca l’invincibile ha ringraziato tutti e in particolare la moglie e la figlia «senza le quali non avrei mai potuto farcela». Quando si dice potenza delle donne.