Corriere della Sera, 21 maggio 2019
La canzone «Ue!» di Lorenzo Baglioni
Dirigenti politici e governi italiani ci hanno abituati ad addossare all’Unione Europea colpe dovute a inadeguatezze proprie. Per esempio a incapacità di alleggerire il debito pubblico, a raggiungere accordi per gestire meglio l’immigrazione. Pregiudizi antieuropei ne ricavano concime. E gli europeisti italiani faticano a spiegare in termini semplici l’utilità dell’Ue: sostituisce i negoziati alle guerre tra Stati, il suo mercato comune acquista oltre metà delle esportazioni italiane e così via. A questo deficit comunicativo supplisce in parte adesso il video di una canzone: «Ue!» di Lorenzo Baglioni. Con scenografia e stilemi dei neomelodici napoletani, in tre minuti ricorda perché stare nell’Ue ci conviene.
Matteo Salvini oggi ribalta l’estetica con la quale nel 1994 Silvio Berlusconi vinse le elezioni, tuttavia la sua propaganda è altrettanto scaltra nel raggiungere il pubblico a cui si rivolge. Al posto del collant su telecamera – che sfumava le rughe alla vista di casalinghe da convincere via tv – il segretario della Lega ricorre a inquadrature grossolane in videomessaggi. Perché i ragazzi via telefonino comunicano così. «Ue!» non è faziosa. Rientra nella campagna dell’Europarlamento che invita a votare il 26 maggio. Però con il suo linguaggio elementare – «Ti dico Ue! Ma comm’ faccio a stare senz’ ‘e te?» – può arrivare lontano. A un pubblico al quale un europeismo troppo dotto, benché nobile, non si sforza di parlare.