ItaliaOggi, 21 maggio 2019
Un centro di Google a Monaco per la protezione dei dati personali
Sulla carta, Google moltiplica gli annunci per dimostrare che vuole voltare pagina rispetto ai propri «errori passati». Il colosso americano del web ha aperto a Monaco di Baviera, in Germania, un centro mondiale di ingegneria dedicato alle questioni in materia di sicurezza e protezione dei dati dove quasi mille persone vi lavoreranno entro la fine del 2019.Inoltre, Google sta lanciando un fondo da 10 milioni di euro per sostenere iniziative europee in materia di sicurezza. Per non parlare degli annunci più tecnici, relativi al miglioramento delle impostazioni sulla privacy su Google. «Non presentiamo discorsi sulla privacy ma modi concreti per implementarla attraverso i nostri prodotti», ha dichiarato a Le Figaro Kent Walker, vicepresidente di Google. Tutte le indicazioni portano a credere che la società vuole allinearsi con la visione europea della privacy contenuta nel regolamento generale sui dati personali (Gdpr).
Ma a guardare nei dettagli, la svolta è lontana dall’essere così chiaramente avviata. Malgrado il vocabolario tecnico degli annunci legati alla riservatezza, Google non riduce ancora radicalmente la raccolta dei dati degli utilizzatori, che resta al centro del suo modello economico di pubblicità mirata. Walker è alquanto dubbioso sulla legge federale sulla privacy negli Stati Uniti, in discussione, che copia il testo europeo.
Infine, con il pretesto di proteggere i dati, incoraggia gli utilizzatori a migrare verso un ambiente gogato (cioè a dire dove sono connessi a un account) dove dunque può ancora agevolmente sfruttare i dati in un quadro legale. Walker è convinto che una maggiore privacy non abbia un impatto «sul nostro valore», ha detto a Le Figaro. E in questo settore ha detto di investire molto. Il gigante del web pretende di garantire la privacy dei propri utenti. E non è la prima compagnia di nuove tecnologie a posizionarsi sull’argomento.
Google è stata oggetto di diverse inchieste in materia di regolamentazione dei dati personali negli ultimi anni, senza contare quelle dell’Antitrust. Inoltre, è stata condannata, per prima, a pagare una sanzione post Rgpd di 50 milioni di euro, come ha riportato Le Figaro. Inoltre, nel secondo trimestre 2018, data del Egpd, la sua crescita è passata dal 20 al 13% facendo registrare una perdita di 8 miliardi di dollari.