ItaliaOggi, 21 maggio 2019
Periscopio
L’andazzo politico è insopportabile. Però è peggiore il tornazzo. Dino Basili. Uffa news.La moglie del principe è principessa ma la moglie del poeta non è poetessa. Marcello Marchesi, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
Porti una conchiglia all’orecchio e senti il rumore del water. Marcello Marchesi, Guida ai grandi aforisti. Odoya, 2018.
Da lui, Faletti, ho ricevuto talmente tanto, che vale la pena pagare anche il conto della sua lunga agonia e della sua scomparsa. Roberta Bellesini, vedova di Giorgio Faletti (Candida Morvillo). Corsera.
Aveva bisogno di tanti marinai, la Royal Navy britannica impegnata contro Napoleone. I comandanti dei vascelli di linea ricorsero all’arruolamento forzato. Mandando a raccattare nei bassifondi di Liverpool e Londra torme di ladri, perdigiorno e mendicanti. Tutti a bordo con qualche frustata. Ma imparavano un mestiere e prendevano, oltre al soldo, una commissione quando il vascello tornava vincitore. Commissione che toccava a tutti, dal comandante all’ultimo dei mozzi. Risultato: città più pulite, Royal Navy vincente, ciurme motivate a rischiare la pelle per il profitto. Pronte a riprendere il mare. Altro che languire in attesa della carità pubblica. Roberto Motta, da una lezione di Gianfranco Miglio all’università Cattolica negli anni 70.
Il linguaggio attuale dei politici, dei sindacalisti, degli amministratori di qualsiasi potere, è portatore dell’inganno «buonista»: coordinazione, armonizzazione, contributo di solidarietà, missione di pace, missione di protezione, sono tutti termini che nascondo la realtà velandola in un’unica direzione: quella demo morbidezza. Ida Magli, Contro l’Europa. Bompiani, 2001.
Ci sono tanti modi di fare tv ma spesso si sceglie di dare un gusto unico, puntare solo sui reality è una scorciatoia: genera personaggi e ospiti che occupano le trasmissioni del mattino e del pomeriggio, entri in una fangaia da cui è difficile uscire. Ma evidentemente piace così. Una volta mi corrucciavo, ma ora ho capito che certe scelte anche quando sembrano illogiche in realtà hanno una logica. Conferenza stampa di Antonio Ricci, guru di Striscia la notizia.
La caratteristica principale del togliattismo, di Togliatti e dei suoi eredi, è stata l’innovazione senza revisione. Il loro slogan preferito, il rinnovamento nella continuità, non voleva dir altro che questo. E implicava, naturalmente, un ferreo centralismo democratico che somministrasse il rinnovamento possibile un po’ con lo spirito dei monarchi illuministi del ’700, senza concedere troppo spazio alla libera opinione. Centralismo fondato su un patto altrettanto ferreo tra i membri del gruppo dirigente. E chi lo rompeva era automaticamente fuori. Massimo De Angelis, Post – Confessioni di un ex comunista. Guerini e Associati, 2003.
Urbano Cairo ricalca modelli di successo. Riproduce magazine che altri editori hanno inventato e format tv collaudati. Ingaggia showmen creati dai concorrenti, Rai e Mediaset. Di suo, mette lo spirito aritmetico: i conti in ordine, la lesina, il passo lento del mandrogno prudente. Il sessantunenne Urbano è ciò che era la Gepi nella prima Repubblica: un accaparratore di aziende decotte per risanarle. Con la differenza che la Gepi non ci riuscì mai e Cairo ci riesce sempre. Giancarlo Perna. LaVerità.
Gli anni dell’università. Sono nato per caso ad Arona e vissuto per un po’ a Torino. Poi a Roma. Seguivamo nostro padre nelle sue peregrinazioni. Nel 1945 ci trasferimmo a Bologna. Mio padre ebbe il compito di ricostruire la parte di rete ferroviaria bombardata. Qui ho fatto il liceo e gli studi universitari. Città ricca di tentazioni. Da cui ero escluso. A un certo punto non potendo avere una vita amorosa mi dedicai a quella erotica. Angelo Guglielmi, critico letterario (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Il Veneto tende all’Oriente, pirateggia, traffica con le sue imprese nell’Europa Orientale. E cosi va fino alle testarde Puglie, lembo d’Italia che in Montenegro e in Albania ritrova i suoi simili. Che non sia in tutto ciò riconoscibile un germe di futuro: una diversità tra un’Italia persa e l’altra che altrove deve rivivere ad Oriente? Geminello Alvi, Ai padri perdòno. Mondadori, 2003.
Costruire è un gesto di pace. È infatti l’opposto del verbo distruggere. Quando immagino musei, biblioteche, università, ospedali, tribunali, penso a luoghi in cui dare rifugio alla bellezza dell’umanità. L’essenziale non è visibile, diceva Il Piccolo Principe. Quando parliamo di una «bella persona», una «bella idea», facciamo riferimento a ciò che non appare. Renzo Piano, architetto. (Anais Ginori). la Repubblica.
Sui movimenti giovanili degli anni scorsi (il 68, principalmente, e i suoi derivati) non si riesce, ricordandoli, ad andare oltre i discorsi di circostanza. Forse perché noi italiani abbiamo l’oscura consapevolezza di esserne stati la tomba. Infatti il ’68 iniziò in Francia ma è finito in Italia. È stato rapido, teatrale, adusto, radicale, lassù: lento, endemico, un po’ criminale, diviso in due lunghi atti (’68 e ’77) quaggiù. Saverio Vertone, Viaggi in Italia. Rizzoli, 1988.
Negli Usa, è il paese delle sette e dei movimenti, soprattutto in certe città come San Francisco. In questa città del lungo ponte sul Pacifico un candidato eterosessuale democratico, colto, brillante e focoso tribuno perse le elezioni perché si chiamava Figone. Un cognome che, in quegli anni lontani, in Italia, avrebbe garantito la vittoria e uno scanno a Montecitorio o a Palazzo Madama. Roberto Gervaso, Le cose come stanno. Mondadori, 2017.
Verso i 50 anni, il giornalista diventa esigente, pigro e affetto da scetticismo non più occasionale, ma cronico. Per cui, se perde il posto a quell’età, trova difficoltà a ritrovarlo: se è mediocre, infatti, nessuno ha bisogno di lui; se è qualcuno, diffidano di una personalità troppo ingombrante o troppo costosa, di un «piantagrane» non più abbastanza elastico da adattarsi alle esigenze del nuovo giornale. Mino Monicelli, Il giornalista. Vallecchi, 1964.
Teneva i suoi pesi in una scatola accanto a una pianta e si allenava nelle spazio libero fra la pianta e il divano-letto. Francamente, ora, non c’era più alcuna possibilità di esercitarsi, gemere, fare sforzi violenti, ossigenarsi e dare occhiate di apprezzamento nello specchio, davanti alla bambinaia inglese. Tom Wolfe, Il falò delle vanità. Mondadori, 1988.
Il mio psichiatra, per 15 mila franchi, mi ha sbarazzato di ciò che avevo: quindicimila franchi. Coluche, Pensées et anecdotes. Le Livre de Poche, 1995
Il nevrotico è un apprensivo pieno di risorse. Roberto Gervaso. Il Messaggero.