Libero, 20 maggio 2019
I nuovi sogni di Berlusconi. Intervista
Presidente Berlusconi, come sta, è tornato in piena attività?«Sto bene. Ho avuto paura, ho temuto di essere arrivato all’ultimo girone ma poi tutto si è risolto e sono di nuovo in campo».
Quale sarà il suo impegno in campagna elettorale da oggi a domenica?
«Sono in campagna elettorale sui giornali, in radio, in televisione. Parlo coi giornalisti come sto facendo con lei. Per la prima volta ho dato il via a una campagna verità sui social per smentire le troppe calunnie che mi sono state rivolte in tanti anni».
Una volta eletto andrà a Bruxelles tutte le settimane?
«A differenza degli altri che si sono candidati come Matteo Salvini o Giorgia Meloni, sono l’unico leader italiano che andrà sul serio a Bruxelles. Sarò probabilmente il più conosciuto e titolato dei membri del prossimo Europarlamento e mi sono assegnato una missione importante e delicata: creare un centrodestra anche in Europa, promuovendo tra il nostro Ppe, che è il partito di maggioranza relativa nel Parlamento Europeo e che sinora ha realizzato la maggioranza in alleanza con la sinistra socialista, una nuova, diversa, continuativa alleanza con i movimenti liberali, con i conservatori e con la destra democratica. Ci sono riuscito già una volta in occasione dell’elezione del nostro Tajani alla presidenza del Parlamento Europeo».
Mi indichi un obiettivo elettorale: sopra quale soglia sarà un successo e sotto quale un insuccesso?
«Anche da imprenditore non mi sono mai dato limiti ai traguardi da raggiungere. Osservo soltanto che per l’Europa si determinano gli eletti in base alle preferenze e io, come Silvio Berlusconi, godo ancora della fiducia di molti italiani che per mandarmi a Bruxelles dovranno votare Forza Italia aumentandone i voti rispetto agli attuali sondaggi».
Cosa succederà in Italia il 27 maggio? Che riflessi avrà il voto europeo sul governo?
«Già Cinquestelle e Lega sono agli insulti e alle provocazioni, i due vicepremier non si rispondono al telefono. Questo voto acuirà inevitabilmente le tensioni interne a questa innaturale maggioranza non votata dagli italiani e provocherà la fine di questo esecutivo che verrà sostituito, anche attraverso nuove elezioni, da un nuovo governo di centrodestra».
Cosa rimprovera all’Europa e perché in tutti i Paesi forze antieuropeiste ottengono consensi inaspettati?
«Sono le conseguenze della politica europea ispirata dalla sinistra negli ultimi anni. Ci sono stati anche i Paesi del Centro e del Nord Europa, che hanno teso a penalizzare, con le loro politiche, i Paesi del Sud. E i nostri ultimi governi non hanno saputo farsi considerare e rispettare. Ecco, per questo ho deciso di scendere in campo alle elezioni europee: per difendere gli interessi dell’Italia in Europa e per cambiare l’Europa facendo ritornare il Ppe al progetto dei padri fondatori. Voglio un’Europa orgogliosa della sua anima cristiana e liberale».
Salvini ha riunito a Milano i leader di molti partiti nazionalisti e lavora a una internazionale sovranista. Teme questa saldatura?
«I leader sovranisti difendono solo gli interessi del proprio Paese: come possono accordarsi tra loro avendo interessi confliggenti? Se l’Italia vuole mandare una quota di richiedenti asilo in Austria e l’Austria chiude le frontiere con l’Italia, in cosa mai potranno trovarsi d’accordo i sovranisti italiani e quelli austriaci? Ne fanno parte gruppi, come il tedesco Alternative fur Deutschland, che non solo vogliono chiudere le frontiere, ma insistono affinché l’Italia per rientrare dal suo debito pubblico tagli i servizi ai cittadini. Come può un partito italiano allearsi con questi signori?».
Perché lei è europeista malgrado tutti gli sgarbi che l’Europa le ha fatto, da Sarkozy alla Merkel a Juncker?
«Io mi sento italiano ed europeo. La mia identità è italiana ed europea. Gli sgarbi ricevuti da questi signori a questo proposito non contano nulla. Ricordo in più che l’Italia è un Paese fondatore dell’Europa, che grazie all’Europa abbiamo goduto di settanta anni di pace e di benessere, con le frontiere dei vari Stati che abbiamo attraversato noi, i nostri capitali, i nostri prodotti senza nessuna difficoltà amministrativa. E sono europeista anche perché è nell’interesse del mio Paese. Esportiamo beni e servizi per quasi 500 miliardi di euro e gli Stati europei sono i nostri “clienti” principali. E ancora: nessuno Stato europeo, da solo, avrebbe la possibilità di far fronte alle sfide commerciali, economiche, culturali e politiche della Cina o alle sfide del mondo globalizzato e, tra queste, a quella del terrorismo. Siamo nell’epoca della globalizzazione: ricordiamoci che i nazionalismi del secolo scorso hanno provocato due terribili guerre mondiali».
L’Italia è in crisi da 10 anni, cioè da quando, proprio nel maggio 2009, partì l’offensiva mediatico-giudiziaria contro di lei: è un caso?
«Non è un caso. Interessi esterni e avversi all’Italia si saldarono allora con gli interessi politici personali di un’alta carica istituzionale italiana allo scopo di far cadere il nostro governo, l’ultimo eletto democraticamente dai cittadini nel 2008. Chi volle farci cadere, fece il male dell’Italia. Perché dopo quel colpo di palazzo, con i governi non eletti dai cittadini che si sono succeduti, tutto in Italia è andato meno bene. Ricordo due cose soltanto. La prima: quando noi fummo costretti a lasciare, la disoccupazione in Italia era tre punti sotto la media europea. La seconda: col nostro esecutivo nel 2010 furono soltanto 4.400 gli immigrati che entrarono in Italia, lo stesso numero di quelli che, con il governo della sinistra, entrarono in Italia l’anno seguente in un solo weekend estivo».
È palese che Salvini sia restio a governare e presentarsi al voto con lei, tranne che nelle elezioni amministrative. Ritiene che abbia paura di lei o la reputi troppo ingombrante, se non addirittura controproducente come alleato in quanto gli farebbe perdere voti?
«Queste ipotesi non mi risultano. Certamente la mia storia e la mia esperienza possono essere ingombranti per chi deve lavorare e si deve confrontare con me, ma per Matteo Salvini questa non è certamente una novità. Ci siamo presentati insieme alle elezioni poco più di un anno fa, governiamo insieme la maggioranza delle Regioni italiane, molte città e molti comuni. Il segretario della Lega sa benissimo che non esiste alcuna alternativa ad un centrodestra che sia credibile e vincente. Sa anche che non può esistere un centrodestra senza Forza Italia, che è stata e sarà sempre il cuore e la spina dorsale della coalizione di centrodestra che abbiamo fondato proprio noi 25 anni fa».
Giorgia Meloni ipotizza una alleanza tra Lega e Fratelli d’Italia senza di lei. Le sembra possibile?
«Vale lo stesso che per Salvini. Non esiste alcuna alternativa che sia credibile e vincente rispetto al centrodestra unito. La signora Meloni sta conducendo una campagna elettorale molto aggressiva anche nei nostri confronti nei toni e nei metodi. In realtà l’unico voto utile per l’Italia è votare Berlusconi per dare più forza al nostro Paese in Europa».
Quanto va avanti questo governo Lega-M5S?
«Il meno possibile. Ormai sono esplose tutte le contraddizioni che noi fin dall’inizio avevamo chiare. Il governo non cadrà per manovre di palazzo, ma per le conseguenze delle sue decisioni. Cala la fiducia nel futuro delle famiglie italiane, i posti di lavoro diminuiscono, calano i consumi, troppe imprese sono costrette a chiudere, gli investimenti sono fermi, siamo ultimi in Europa quanto a sviluppo. E il 57% degli italiani è convinto che il governo si appresta ad aumentare l’Iva, che significherà un costo a famiglia di 500 euro all’anno».
Salvini dice di averle chiesto il permesso per governare con Di Maio: perché lo ha fatto? E si è pentito oggi?
«Perché ritenevo che la Lega non avrebbe condiviso e votato i provvedimenti proposti dai 5 Stelle contrari al buon senso e al nostro programma. Invece il buon senso della Lega è mancato. E in più saremmo dovuti tornare al voto nel mese di luglio, con i nostri elettori sotto gli ombrelloni. È stata una scelta di assoluta responsabilità».
Se cade il governo ritiene più probabile che non si rivoti e il Pd di Zingaretti governi con M5S, che Salvini governi con lei e pezzi di Pd o M5S o che si torni al voto?
«Certamente, caduto il governo, molti eletti dei Cinquestelle, pur di non perdere la poltrona e restare in Parlamento pagati per altri quattro anni, si offriranno per sostenere qualsivoglia maggioranza. Ma un governo tra Cinquestelle e Pd più che una opzione politica sarebbe un vero incubo, sarebbe il governo più a sinistra della storia della Repubblica. Credo davvero che andremo a nuove elezioni e sono sicuro che il centrodestra unito le vincerà».
Lei ha detto che gli italiani non la votano perché non capiscono più nulla: potremmo sostanziare di più l’argomentazione?
«Ovviamente non è così: si trattava di una battuta. Sono certo che gli italiani capiranno perfettamente chi votare, ovvero Silvio Berlusconi. In realtà in questi ultimi anni gli elettori sono stati distratti da una lunga serie di vicende completamente inventate nei miei confronti. Io sono stato oggetto di un numero incredibile di calunnie, di falsità e di attacchi, che hanno confuso gli italiani e probabilmente hanno creato false convinzioni attorno al mio nome. Hanno detto che avevo soldi all’estero e ho risposto: cercateli, se qualcuno li trova sono suoi. Mi hanno accusato di frode fiscale per dieci milioni di euro quando le mie aziende hanno versato al fisco, da quando sono sceso in politica, 5 miliardi e 862 milioni di euro. Hanno inventato una mia frase irriferibile contro Angela Merkel ma l’autore della mia presunta volgarità ha poi ammesso di essersela inventata lui. Mi hanno chiamato e mi chiamano ancora ex Cavaliere. Il Cavalierato non mi è stato mai revocato e quindi sono e sarò sempre “il Cavaliere” a tutti gli effetti, l’imprenditore italiano più giovane che è stato nominato Cavaliere del lavoro ed ora il Cavaliere che lo è da più tempo. Hanno addirittura messo in giro la voce che i miei governi non avrebbero combattuto efficacemente la mafia. In realtà sono stati proprio i miei governi che con le loro disposizioni hanno inasprito e prolungato il 41 bis, hanno consentito l’arresto di 1.296 presunti mafiosi, quello di 32 sui 34 latitanti ritenuti i più pericolosi e la confisca di oltre 25 miliardi di euro alle famiglie mafiose».
Cosa rimprovera maggiormente a questo governo?
«Di essere un governo di incapaci, di inesperti e di irresponsabili, motivati soprattutto dall’invidia sociale, un governo che fa male all’Italia e agli italiani. I provvedimenti più negativi riguardano l’economia, la giustizia e la libertà dei cittadini. Ricordo che per quanto riguarda la giustizia hanno inventato il processo a vita con l’abolizione della prescrizione, hanno trasformato la presunzione di innocenza in presunzione di colpevolezza. Come recentemente accaduto. Un cambiamento davvero inaccettabile e incostituzionale».
E a Salvini?
«L’errore di Salvini è stato quello di lasciare l’intera politica economica nelle mani dei Cinquestelle in cambio delle mani libere sull’immigrazione e sulla sicurezza, che poi peraltro non ha avuto. Ha così consegnato le chiavi del nostro sistema produttivo e fiscale a chi ci ha portato alla decrescita, all’aumento della disoccupazione, allo stop degli investimenti, al differenziale da record tra i nostri titoli pubblici e i bund tedeschi che, se resterà come ora vicino ai 300 punti, ci costerà quest’anno un miliardo e mezzo, tre miliardi il prossimo anno e sei miliardi nel 2021».
Salvi almeno una cosa del governo gialloverde…
«Forza Italia ha votato a favore di alcune misure che la Lega ha presentato in coerenza con il programma di centrodestra in tema di sicurezza. Il provvedimento sulla legittima difesa per esempio, l’abbiamo votato ma avremmo desiderato un provvedimento più incisivo che sancisse un vero e proprio diritto alla difesa. Anche in questo caso Cinquestelle ha fatto sì che la legge votata fosse meno efficace rispetto a quanto chiedevamo noi e soprattutto rispetto a quello che chiedevano gli italiani».
Esiste un allarme fascismo in Italia o è la solita sinistra che grida al lupo quando c’è qualcuno che la batte?
«Non c’è nessun allarme, abbiamo assistito ad una discussione piuttosto surreale. È giusto prendere le distanze da ogni forma di intolleranza e di antisemitismo, ma questa legittima presa di distanza non può tradursi in una anacronistica discussione ideologica su fascismo e antifascismo, un diversivo fuoritempo per distrarre gli italiani dai problemi veri del Paese».
E in Europa?
«Vale lo stesso per gli altri Paesi dell’Europa». Lei fece il suo trionfale ingresso in politica nel ’94: quanto è cambiata e in che cosa l’Italia in questi 25 anni? «Posso dirle cosa è cambiato dopo i governi Berlusconi. Sono aumentati gli immigrati, è aumentata l’oppressione fiscale, è aumentata l’oppressione burocratica, è aumentata la disoccupazione, è aumentato il debito pubblico di ben 454 miliardi, al 137% del Pil, gli italiani non hanno potuto più scegliere i loro governi, l’Italia si è isolata dall’Europa e in politica estera non conta più niente».
Lanci i famosi tre messaggi all’elettorato: quali promesse, perché votarvi?
«Mi ripeto. Come FI per le prossime elezioni ci siamo dati due missioni: una in Italia, una in Europa. In Italia ottenere dei risultati elettorali che mettano fine a questo governo e, attraverso nuove elezioni, diano vita ad un nuovo governo del centrodestra con una FI centrale e decisiva. Così diventerà realistico il motto dei Cinquestelle: “La competenza tornerà di moda!”. La seconda missione in Europa è quella di cui abbiamo parlato prima: il Partito popolare deve dismettere la maggioranza con le sinistre nel Parlamento europeo e, sotto nostro impulso, dare vita ad un centrodestra europeo per cambiare la politica del Continente, per far diventare l’Europa una potenza militare a livello mondiale e poter così svolgere il ruolo di unificatrice dell’Occidente oggi diviso, che solo unito sarà abbastanza forte per resistere al progetto egemonico globale della dittatura comunista sul mondo intero che molti studiosi della politica internazionale ritengono probabile e pericoloso».
Da imprenditore: l’economia sta andando bene o male rispetto alla congiuntura, e cosa ci dobbiamo aspettare?
«Lo sviluppo è fermo, siamo il fanalino di coda dell’Europa. Tutte le imprese sono in difficoltà e ogni giorno tante, troppe, sono costrette a chiudere. Se non ci sarà un’inversione di rotta, le cose andranno ancora peggio. Chi fa l’imprenditore in Italia è ormai un eroe. I 5 stelle invece chiamano gli imprenditori addirittura “prenditori” e li accusano di schiavizzare i loro dipendenti. Ma di questi eroi, in Italia, per fortuna, ne abbiamo ancora molti. Creano sviluppo, creano posti di lavoro, fanno conoscere il made in Italy nel mondo ma nonostante questo vengono massacrati di tasse, di burocrazia e di malagiustizia».
Possiamo dire che l’Europa non ha mai tenuto in debito conto interessi e suggerimenti dell’Italia? Pensiamo alla guerra in Libia, che lei non voleva...
«Possiamo dire che l’Europa ha compiuto diversi errori, ma, voglio ripeterlo, non dimentichiamoci mai che ci ha garantito 70 anni di pace e benessere. Chi, come me, ha visto con gli occhi di bambino la guerra sa bene quanto la pace sia la cosa più importante di tutte. La guerra in Libia è stata un enorme tragico errore, ma non dell’Europa, di un leader europeo e della presidenza americana».
Giustizialismo, incompetenza, pauperismo: qual è la cosa che la spaventa di più di M5S?
«Mi spaventa il fatto che stanno guidando un pullman con dentro noi e i nostri figli senza avere nemmeno preso la patente. C’è un filo rosso che lega questi tre “peccati”: stanno diminuendo non solo il nostro patrimonio ma anche i nostri diritti di libertà».
Qual è stato il momento più brutto e il più bello della sua avventura politica?
«Io sono un ottimista di natura. Quindi dei tanti momenti brutti, che pure ci sono stati, preferisco non ricordarne nemmeno uno. Tra quelli belli mi piace ricordare il 29 settembre 2009, all’Aquila, il giorno del mio compleanno. Consegnai alle famiglie che avevano avuto la casa distrutta dal terremoto le loro nuove case antisismiche, sicure e confortevoli. Eravamo riusciti a realizzarle in un tempo straordinariamente breve, meno di cinque mesi, ed avevo seguito personalmente i lavori. Fantastico! Un altro bel ricordo riguarda il trattato di Pratica di Mare tra la Nato e la Russia. Convincere Bush e Putin a mettere finalmente fine alla guerra fredda fu un risultato straordinario di cui tutta l’Italia fu davvero orgogliosa. Ma mi aspetto anche da qui in avanti degli altri momenti belli da ricordare. Bene, se non le spiace, la mia intervista finirebbe qui».
Va bene, ma dica un’ultima cosa.
«Eccola: è importante ricordare che per mandarmi in Europa a difendere gli interessi dell’Italia e degli italiani non basta tracciare una croce sul simbolo di Forza Italia, si deve anche scrivere “Berlusconi” sulla scheda elettorale. Grazie a lei, a chi ci leggerà e cordialissimi auguri a tutti».