ItaliaOggi, 18 maggio 2019
Ora i vecchi smartphone si riciclano al museo
I vecchi smartphone tra fossili e minerali. Con un punto di raccolta per il riciclaggio dei dispositivi usati nelle sale del museo di storia naturale di Grosseto. L’iniziativa, unica nel suo genere nella Maremma toscana e nelle esposizioni italiane, ha l’obiettivo di estrarre materiali dai cellulari in disuso per riutilizzarli e proteggere l’ambiente. Oltre a ricavare fondi per lo sviluppo di progetti solidali in un orfanotrofio africano.Il museo di storia naturale della Maremma si trova nel centro di Grosseto. Ed è stato aperto al pubblico nel 1971. Il simbolo della mostra permanente è l’oreopithecus bambolii, una scimmia antropomorfa vissuta nel Miocene tra la Toscana e la Sardegna. Il passato da una parte. E il futuro, col riciclo degli smartphone, dall’altra.
La campagna sul recupero dei vecchi telefonini è promossa dal Jane Goodall Institute Italia, la costola dell’organizzazione internazionale fondata nel 1977 dalla primatologa britannica Jane Goodall per l’educazione ambientale e interculturale. I ricavi dei cellulari usati raccolti a Grosseto, in particolare, andranno ai bambini dell’orfanotrofio di Sanganigwa, in Tanzania, che si trova a poca distanza dal parco nazionale di Gombe. Lì dove Goodall, nota per i suoi studi sugli scimpanzé, ha condotto gran parte delle sue ricerche. «L’estrazione di alcuni metalli che compongono gli apparati elettronici mette a rischio interi habitat naturali», ha spiegato il direttore del museo di Grosseto, Andrea Sforzi. «Il coltan, per esempio, viene estratto nella regione del bacino del fiume Congo, dove si trova una delle popolazioni di scimpanzé più grandi, che è riuscita sinora a mantenere una buona varietà genetica, fondamentale per la conservazione della specie».
L’abitudine di gettare i vecchi telefonini nella spazzatura, come sottolineato da Sei Toscana, il gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani per Grosseto, Siena e Arezzo, è ancora diffusa. Grazie all’iniziativa del museo della Maremma, invece, i cittadini, ma anche i turisti e i visitatori, potranno contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e alla trasformazione di materiali usati in nuove risorse. «Riciclare i vecchi cellulari significa riutilizzare queste risorse e contribuire a ridurne l’estrazione, proteggendo l’ambiente», ha detto ancora Sforzi al Tirreno. «Da oggi anche il nostro museo, insieme con i cittadini che raccoglieranno l’appello, può contribuire a sostenere l’impegno del Jane Goodall Institute per il territorio e le popolazioni. È importante veicolare questo messaggio per raggiungere il più alto numero di utenti».
I dati, sul sito del Jane Goodall Institute, sono in costante aggiornamento. E parlano di 80 punti di raccolta dei vecchi telefoni diffusi sul territorio italiano, 15 regioni coinvolte e 140 chilogrammi di smartphone riciclati. «La campagna di riciclo dei cellulari», si legge su www.janegoodall.it, «contribuisce a ridurre l’accumulo di rifiuti tossici, causa di inquinamento dell’ambiente in cui viviamo, e a ridurre la domanda di coltan e tantalio che possono essere recuperati dai vecchi dispositivi non più utilizzati», oltre «a sostenere, con quanto ricavato dai cellulari riciclati, le spese per l’istruzione dei bambini nell’orfanotrofio della Tanzania».