Corriere della Sera, 19 maggio 2019
Se scoppia la guerra Stati Uniti-Iran
Sappiamo che l’invio di una portaerei in zone di crisi appartiene all’arsenale della diplomazia ed è una delle mosse preferite degli Stati Uniti quando vogliono ammonire un potenziale nemico. Il caso più recente è quello della Abraham Lincoln , un gigante dei mari, che andrà a collocarsi verosimilmente nei pressi del Golfo Persico per lasciare intendere all’Iran quali e quanto bellicose siano le intenzioni americane. Vi è stata una provocazione iraniana?
Tutto è cominciato nel maggio del 2018 quando il presidente degli Stati Uniti denunciò il «Piano d’azione congiunto» che il suo predecessore, insieme agli altri membri del Consiglio di sicurezza e alla Germania, aveva firmato con la Repubblica Islamica per indurla a interrompere la sua politica nucleare. Ma gli americani, dopo la elezioni di Trump, sostengono che l’Iran non rispetta gli impegni assunti con il trattato e adottano sanzioni contro i Paesi che hanno relazioni commerciali con Teheran. Possono contare sull’approvazione di un grande Stato sunnita, l’Arabia Saudita (storico nemico dell’Iran sciita), e su quella di Israele. Gli iraniani rispondono annunciando che in queste circostanza saranno costretti a riprendere la loro politica nucleare. Schiacciati fra l’incudine e il martello i tre firmatari europei del trattato (Francia, Germania e Gran Bretagna) chiedono agli iraniani di non offrire ai falchi americani il pretesto per passare dalle minacce ai fatti. La situazione ricorda quella che precedette l’inizio delle operazioni militari contro l’Iraq di Saddam Hussein nel marzo del 2003. Quando fu evidente che gli Stati Uniti volevano la guerra a tutti i costi, Francia e Germania presero posizione contro il conflitto, mentre la Turchia rifiutò alle truppe americane di passare sul suo territorio. Ma l’America voleva vendicare gli attentati dell’11 settembre contro le Torri gemelle e non aveva alcuna intenzione di modificare la propria strategia. Gli atti di accusa contro Saddam erano due: i rapporti che il regime iracheno, secondo gli americani, aveva instaurato con Al Qaeda (l’organizzazione terroristica di Osama bin Laden) e le armi di distruzione di massa che il regime, sempre secondo gli americani, stava costruendo. Le due motivazioni erano infondate e l’Iraq fu distrutto, quindi, per ragioni inesistenti. Non è tutto. Questa guerra sbagliata ebbe l’effetto di mettere a soqquadro l’intero Medio Oriente con ricadute che per molto tempo hanno continuato a minacciare la stabilità della regione. Le conseguenze, se gli Stati Uniti provocassero un conflitto con l’Iran, sarebbero, se possibile, peggiori. Gli iraniani combatterebbero con la stessa tenacia con cui hanno combattuto contro l’Iraq fra il settembre 1980 e l’agosto 1988. E non mancherebbero di muovere sulla grande scacchiera mediorientale tutte le pedine sciite di cui dispone il regime degli ayatollah.