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 2019  maggio 19 Domenica calendario

Gli odori del corpo rivelano se sei malato

Ognuno di noi ha un odore corporeo molto personale, che spesso può essere impercettibile all’olfatto umano, ma che rappresenta il risultato di funzioni importanti dell’organismo vivo ed attivo, come la termoregolazione e l’eliminazione di tossine. Esistono però alcune alterazioni dello stato di salute che provocano oscillazioni e cambiamenti delle sostanze chimiche presenti nel sangue e nei tessuti, le quali, una volta arrivate sulla superficie cutanea nel tentativo di essere volatilizzate ed eliminate con la traspirazione, al contatto con l’aria si decompongono, emanando il loro sgradevole odore. Una ricerca condotta presso il dipartimento di Anestesiologia dell’Università della Pennsylvania, a Filadelfia, ha elencato le principali malattie che provocano la comparsa di particolari odori, talmente caratteristici per la loro consistenza e percezione, da ritenere possibile una valutazione medica, addirittura diagnostica, soltanto “annusando” il paziente portatore di quella determinata patologia “maleodorante”, che può spaziare dalla comune infezione al cancro. Rendo noto questo studio, oltre che a fini scientifici, anche per diffondere la consapevolezza che se da un momento all’altro alcuni odori corporei diventano più evidenti e difficili da neutralizzare, essi non vanno “coperti” con deodoranti, o tentati di eliminare con lavaggi frequenti, ma andrebbero interpretati come un sintomo olfattivo ben preciso, sul quale è in alcuni casi importante intervenire per verificare il possibile disturbo di salute che causa la loro insorgenza.

ODORE DI LIEVITO.
La secrezione vaginale delle donne è normale quando è limpida come l’acqua, quando ha un colore cristallino e soprattutto quando è inodore. Nel momento in cui tale secrezione diventa più abbondante, assume un aspetto lattescente o biancastro, ed ha un odore di lievito, essa è indice di infezione causata da candida o altro tipo di fungo, spesso associata ad altri sintomi classici quali prurito od irritazione delle intime mucose. La maggior parte delle volte tali affezioni sono tipiche durante la gravidanza, oppure compaiono in concomitanza di diabete o deficit immunitario, come durante una terapia prolungata di antibiotici, ma in alcuni casi resistenti possono indicare una insorgente patologia neoplastica dell’utero.

ODORE DI AMMONIACA.
L’urina di norma dovrebbe essere limpida, di colore giallo paglierino, con l’odore caratteristico che tutti conosciamo, il quale però, se diventa sgradevole, può essere indice di molti fattori, tra i quali l’alimentazione (asparagi, cavolfiori, aglio, antibiotici) oppure un sintomo di infezioni urinarie, uretrali, vescicali o renali. Quando i batteri si moltiplicano incontrastati infatti, come nel caso di cistiti o pielonefriti, essi trasformano l’urea, una componente dell’urina, in ammoniaca, diffondendo il caratteristico afrore di candeggina, che non va assolutamente sottovalutato, soprattutto se persiste per oltre tre giorni.

ODORE DI ACETONE.
Il classico odore del solvente per smalto, che in bocca può dare un retrogusto dolciastro o fruttato, è tipico dei pazienti diabetici scompensati, i quali, in assenza di insulina, non riescono ad utilizzare il glucosio come fonte di energia, per ottenere la quale metabolizzano gli acidi grassi, e in tale processo di degradazione si formano i corpi chetonici, responsabili dell’odore di acetone dell’alito e della pelle. Ma l’alito acetonico può comparire anche in seguito a vomito ripetuto, come accade spesso nei bambini, o nelle diete restrittive che eliminano completamente gli zuccheri, ed è sempre indice di pericolosa carenza di glucosio, che deve essere somministrato per compensare il grave deficit metabolico, il quale, se non corretto e se persiste, può condurre al coma cheto-acidosico.

ALITOSI.
L’alito cattivo nel 30% dei casi è dovuto alla scarsa igiene orale, la causa principale di iper proliferazione della flora batterica annidata tra denti e gengive, che a sua volta metabolizza le proteine, presenti nella saliva e sulla lingua, in aminoacidi volatili gassosi e maleodoranti, contenenti derivati dello zolfo. Questo fenomeno però compare anche nei forti russatori, in coloro che soffrono di apnee notturne, quando la secchezza delle fauci incoraggia una maggiore crescita dei microbi, ma spesso l’alitosi è indice di sinusiti, tonsilliti, reflusso gastrico-esofageo, patologie del fegato, dei bronchi, dei polmoni e dei reni, fino alle neoplasie che interessano l’apparato bronco respiratorio, quello digerente ed epatico.

FECI MALEODORANTI.
Quando le feci perdono il loro odore caratteristico vuol dire che sono contaminate da gas maleodoranti, causati da intolleranze alimentari, la più comune delle quali è quella al lattosio, lo zucchero contenuto nel latte e latticini, dovuta a carenza dell’ enzima lattasi nell’intestino tenue. Il lattosio non digerito infatti, anziché entrare in circolo attraverso il sangue, viene spedito nel colon, dove avviene la fermentazione che causa il cattivo odore. In questi casi è errato privarsi completamente di questo nutriente fondamentale, poiché è sufficiente ridurne la quantità, tranne naturalmente in caso di allergia conclamata. Ma il cattivo odore delle feci può prodursi anche in caso di coliti, diverticoliti e neoplasie intestinali, ovvero in tutte quelle condizioni che accendono infiammazioni od infezioni importanti del tubo digerente. Inoltre, in caso di perdita di sangue a livello dello stomaco, questo viene digerito dai succhi gastrici, ed una volta arrivato nel colon determina di conseguenza l’odore nauseabondo delle feci, che assumono il caratteristico color nero-carbone. Addirittura, in caso di ostruzione intestinale, ovvero quando esiste un blocco del transito fecale, anche la cute e l’alito del soggetto può emanare odore fecale.

SUDORE.
È opinione comune che il sudore sia la causa principale del cattivo odore cutaneo, ma questo non è corretto, perché una traspirazione che “puzza” è dovuta alla rapida moltiplicazione di batteri in presenza di umidità, ed è la loro decomposizione in acidi quella che alla fine provoca il tipico odore acre e sgradevole. Inoltre il corpo può emanare un odore “amaro”, sempre indice di problemi al fegato, un odore di ammoniaca della pelle, che è un sintomo di insufficienza renale, oppure un afrore di uovo marcio, tipico nelle diete iperproteiche, poiché, in carenza degli altri nutrienti fondamentali, si instaura un disordine metabolico che produce sostanze volatili sulfuree dall’odore repellente. Quando si consuma molto alcol per esempio, il corpo lo riconosce come una tossina e cerca di scomporlo in acido acetico, eliminandolo attraverso la cute e le urine, emanando il caratteristico odore acetato, ma anche diverse malattie neurologiche, endocrine ed infettive hanno anch’esse il loro profumo immediatamente riconoscibile da un naso esperto. Concludo sottolineando che il sudore sano è praticamente inodore, con un sapore specifico tendente al salato, e quando queste due componenti si alterano non è sempre una questione di igiene, perché una traspirazione forte, acre, pungente o maleodorante è quasi sempre espressione di un cambiamento metabolico, di un sintomo che viene trasformato in odore al contatto con l’aria al punto da contaminarla e di essere percepita da chi ci sta accanto. Gli odori anomali, insoliti o sgradevoli del nostro corpo sono quindi campanelli d’allarme che la natura ci mette sotto il naso per attenzionarci, e soprattutto per ricordarci che da che mondo è mondo, la salute profuma solo di freschezza.