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 2019  maggio 19 Domenica calendario

Record di ispezioni Ue in Italia

La «sorveglianza speciale» dell’Europa sui conti italiani non riguarda solo il debito, il deficit e le controverse politiche di bilancio del Governo Lega-M5S: nel mirino delle istituzioni comunitarie è entrato infatti l’intero sistema di gestione della spesa pubblica dei fondi comunitari, sia sotto il profilo della correttezza amministrativa che della qualità della gestione contabile.
Basti pensare che già dall’insediamento del governo Conte – e prima che si aprisse lo scontro con la Commissione sulla manovra del 2018 – tutte le entrate e le uscite dello Stato relative ai programmi della UE erano vagliate dal più capillare e invasivo programma di verifica contabile mai effettuato dalla Corte dei conti europea: a fine 2018, ha dichiarato la stessa European Court Of Auditors (Eca) nel suo rapporto annuale appena pubblicato, l’Italia era stata oggetto di ispezioni pari a 355 giorni di visite di audit, un record assoluto nell’intera storia della Ue. «Nel complesso, nel 2018 abbiamo effettuato 3.761 giorni di ispezione di audit in tutta l’Unione Europea – rivela il documento della Corte – e quindi 100 giorni/audit in più sull’anno precedente: è un record. Il nostro compito è determinante per rafforzare la fiducia nelle Istituzioni europee e nel corretto funzionamento dell’Unione: l’imparzialità delle verifiche è assoluta». 
Sarà solo un caso, ma anche la Germania, il Paese più ricco e potente dell’Unione e quello più in polemica sulle spese allegre dei governi italiani è sorvegliata: Berlino è stata infatti oggetto di 347 giorni di visite/audit, collocandosi al secondo posto nella classifica del controllo. Dopo la Germania vengono Polonia, Francia, Spagna, Grecia e Portogallo: il numero più esiguo di giorni/audit riguarda Malta (3) e Lussemburgo. «La Commissione – spiegano all’Eca – è il nostro principale soggetto controllato, ma le verifiche riguardano chiunque gestisca fondi europei: i nostri ispettori hanno trascorso 2.723 giorni/audit (2.300 nel 2017) presso le istituzioni di Bruxelles e Lussemburgo, nonché presso agenzie e organismi decentralizzati in tutta l’Ue. Se nell’audit emergono attività irregolari o fraudolente avvisiamo l’Olaf, l’ufficio europeo anti-frodi: nel 2018 abbiamo comunicato nove casi di sospetta frode». 
Uno degli aspetti più emblematici emersi dal rapporto Eca riguarda la Bce: tra la banca di Francoforte e la Corte è infatti in corso un durissimo scontro di potere sull’applicabilità delle regole di trasparenza e governance nella gestione delle crisi bancarie: la Bce, secondo la Corte, si rifiuta di consegnare ai revisori documenti-chiave sul suo operato, impedendogli di fatto la verifica amministrativa e la certificazione delle spese. «Se la Bce continuerà a ostacolare la verifica contabile sulla gestione delle crisi – è scritto nel rapporto dell’Eca – l’Agenzia si riserva il diritto di ricorrere alla Corte di Giustizia per poter svolgere il proprio lavoro: nessuno è al di sopra della legge e dei Trattati».