La Stampa, 18 maggio 2019
Pianeta super ospite a Cannes
Un protagonista principale, al centro di storie diverse, girate nei più differenti angoli del pianeta e coniugate nei diversi linguaggi, del thriller, della fantascienza, della denuncia sociale, dell’horror. Nell’anno di Greta Thunberg, delle mobilitazioni per salvare il mondo minacciato da inquinamento, riscaldamento globale, cambiamenti climatici, il personaggio ricorrente di molti dei film in vetrina al Festival è proprio l’ambiente, un soggetto che mai come ora ispira storie, incubi, riflessioni. L’epoca dell’incoscienza è finita e l’immaginazione degli autori inizia a fare i conti con paure che un tempo sembravano lontane e impossibili e adesso sembrano vicine, pronte a prendere corpo nel giro di un pugno di anni.
Nel film di Jessica Hausner Little Joe, oggi in concorso, Alice (Emily Beecham), madre single di un figlio adolescente, lavora in un istituto dove si sperimentano nuove specie di piante dalle capacità terapeutiche. Sulle prime i risultati appaiono ottimi. Privati della possibilità di riprodursi spontaneamente, i fiori vermigli che riempiono le serre dell’edificio spettrale dove Alice si reca ogni giorno, sembrano sviluppare il potere di migliorare lo stato mentale delle persone che ne aspirano i pollini. Eppure qualcosa non va, il cane amatissimo di un’altra dipendente dell’azienda diventa improvvisamente rabbioso e aggressivo, i colleghi di Alice seguiranno un percorso simile e, alla fine, toccherà anche a suo figlio: «Ho fatto molte ricerche sulle piante allevate artificialmente - spiega la regista -, per scoprire le ragioni di questi procedimenti e, soprattutto, le loro finalità economiche. L’utopia delle piante che possono cambiare l’umore delle persone esiste, ho parlato con scienziati impegnati nel campo della genetica. Esiste però un aspetto negativo, certe piante trattate possono sviluppare virus capaci di attaccare gli esseri umani». L’impressione è che Little Joe racconti una storia di natura manipolata che si ribella, fino a diventare minacciosa.
La Terra in pericolo, violentata in nome di sciagurate speculazioni finanziarie, fa da sfondo alla parabola politica-fantascientifica del brasiliano Bacurau, il film, in corsa per la Palma, diretto da Kleiber Mendonca Filho e Juliano Dornelles. Persi nel Nord-Est del Paese, privati dell’acqua, cancellati dalla carta geografica e trasformati in bersaglio di un gruppo di criminali armati, gli abitanti della piccola cittadina scoprono che la ragione di tanta violenza è nel progetto scellerato di sgombrare la zona per lucrare su imprese commerciali. Gli stessi registi avevano presentato al Festival, nel 2016, Aquarius, il film con Sonia Braga che denunciava la speculazione edilizia di Recife.
Il discorso, insomma, va avanti, e si snoda in tanti racconti, sempre in stretto rapporto con la realtà. In The Halt (selezionato alla «Quinzaine des realisateurs») il filippino Lav Diaz immagina il Sud-Est asiatico del 2034, oscurato per sempre da un sole che non sorge più, esposto a epidemie e guidato da gruppi di folli dominatori. Anche in quel caso l’ecosistema offeso ha reagito mutando per sempre le condizioni di vita dell’umanità.
In Les Particules il regista Blaise Harrison ambienta sulla frontiera franco-svizzera la vicenda di uno studente che abita nella zona in cui molti metri sotto terra si studia come riprodurre artificialmente le condizioni del big-bang. Strani fenomeni iniziano a prodursi nell’ambiente, e presto sarà chiaro che l’universo è in bilico, sospeso verso l’autodistruzione.
Al Festival è anche molto atteso Ice on fire, il documentario diretto da Leila Conners e prodotto da Leonardo DiCaprio che illustra gli effetti del carbonio in eccesso e i modi con cui è possibile ridurne la presenza nell’atmosfera. Girato in nove mesi (dopo l’anteprima al Festival andrà su Sky Arte e su Sky Atlantic), il film propone una serie di interviste a scienziati che studiano il modo per ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici sulle nostre vite. Il cinema, come spesso accade, rilancia un allarme che ci riguarda da vicino.