Il Messaggero, 18 maggio 2019
Il torero asciuga la lacrima al toro poi lo uccide
Lo scorso 12 maggio, in un corrida celebrata all’interno della Feria de Sevilla, il torero José Antonio Morante Camacho, noto artisticamente come Morante de la Puebla, ha compiuto un gesto che ha lasciato basiti estimatori e detrattori dello spettacolo più famoso della tauromachia. Prima di dare il colpo di grazia all’animale che stava toreando, infatti, il torero andaluso ha tirato fuori della tasca un fazzoletto bianco e ha cominciato ad asciugare le lacrime sul muso del toro sfinito. Il pubblico della plaza de toros ha reagito con il silenzio, non così le reti sociali che si sono scatenate nel manifestare indignazione e sgomento. «Sfiora la psicopatia», «Un’ulteriore mostra di sadismo ripugnante», «torturatore», «ipocrita»: questi alcuni dei commenti e degli epiteti degli internauti che hanno voluto commentare il video, divenuto rapidamente trending topic. Dello stesso tenore la dichiarazione di Silvia Barquero, candidata alle prossime elezioni europee per il Pacma, Partido Animalista Contra el Maltrato Animal: «Solo una mente contorta e perversa sarebbe capace di torturare un animale fino a fargli scorrere il sangue sulle zampe e pulire con un fazzolettino un briciolo della sua faccia».
Il gesto del trentanovenne torero della Puebla sarebbe un omaggio alla tauromachia degli anni Venti e in particolare a Joselito el Gallo, considerato il re dei toreri, che incarnò quell’epoca, morto nella Plaza Talavera de la Reina, incornato da un toro. Un nostalgico di altri tempi José Morante, come si è potuto apprezzare anche in occasione delle elezioni andaluse del dicembre 2018, che lo ha visto partecipare alla campagna di Vox, comparendo in un video a fianco di Santiago Abascal, in groppa a un cavallo, con la colonna sonora de Il signore degli anelli, al galoppo verso la Reconquista.
Dal 2013, in Spagna, la tauromachia è considerata Patrimonio Culturale in tutto lo Stato: nella legge approvata dalle Cortes spagnole, infatti, per la prima volta la tauromachia viene regolata, favorita e protetta. Ma è certo che l’affezione popolare a questo spettacolo si va sempre più riducendo nel tempo e che il movimento anti-taurino negli ultimi due-tre anni ha cominciato a riempire le piazze con manifestazioni moltitudinarie. Le feste con tori che si celebrano in Spagna hanno subito una flessione del 60% in un decennio: erano 3.651 nel 2007 e nel 2016 se ne contavano solo 1.598. Sono almeno una decina le province che hanno abbandonato questo genere di feste negli scorsi dieci anni. La prima Comunità Autonoma che proibì gli spettacoli che prevedono il maltrattamento degli animali fu quella delle Isole Canarie, nel 1991. Nel giugno del 2010, il parlamento catalano approvò una legge che vietava le corride in Catalogna. Già nel 2004, il comune di Barcellona aveva approvato una dichiarazione istituzionale in cui si proclamava municipio anti-taurino, il primo in tutta la Spagna. Successivamente, nell’ottobre del 2016, il Tribunal Constitucional annullò la legge catalana che proibiva le corride nel territorio della Comunità, perché si considerava invadesse le competenze dello Stato. Il Comitato dei Diritti dei Bambini dell’ONU ha raccomandato alla Spagna, lo scorso anno, di proibire ai minori la visione di spettacoli di tauromachia, per gli effetti dannosi che potrebbe produrre.
Ultimamente i tori sono entrati nell’agone politico, come simbolo della vera ispanità. Nelle scorse elezioni politiche del 28 aprile, sono stati PP e Vox ad aprire le loro liste ad una rappresentanza di toreri.