il Fatto Quotidiano, 18 maggio 2019
Intervista a Elettra Lamborghini
Fuori dal camerino, nell’attesa di parlare con lei (sta mangiando), arrivano all’ufficio stampa due richieste d’intervista, e da quotidiani nazionali. Desiderata, Elettra Miura Lamborghini (non è un nome d’arte). È il fenomeno televisivo del momento, protagonista di The Voice, con i suoi modi spigliati, agitati, vestita per mettere in risalto le forme naturali e quelle ricercate, ama “dire sempre quello che penso”, ripete spesso. Per conoscerla bastano i numeri di una biografia breve ma di questi tempi già densa: 25 anni ieri, 5 reality, ultra-trash, e sparsi tra le tv straniere. Il primo singolo Pem Pem ha milioni di visualizzazioni, possiede 30 cani e della servitù per accudirli; ha 42 piercing, molti dei quali con diamanti e un numero imprecisato di auto sportive. Ovviamente tutte Lamborghini, il cognome non è casuale. A The Voice è un coach, forse il meno preparato, sicuramente il più chiacchierato.
Nonostante il clamore, i settimanali femminili non le dedicano molto spazio.
Ho avuto una copertina su Maxim, ma cerco di concentrarmi su interviste fighe più che finire su giornali di gossip; non amo strumentalizzare aspetti privati della mia famiglia, non voglio raccontare i cazzi miei ai giornaletti.
Ha partecipato a dei reality dove il confine tra privato e pubblico è molto labile.
C’è differenza tra studiarsi la storia e raccontare chi sei.
Come viene giudicata dalle donne over 40?
Mi guardano tutti bene.
Trasversalmente.
Non ho paura di partecipare a programmi come su Rai2, dove una presenza come la mia è difficile trovarla, per questo ringrazio la Rai e Simona (Ventura).
Salto di qualità.
È saper guardare al futuro, non si può essere sempre legati al passato, ora va la trap (genere musicale).
In questo ultimo periodo quando uno deve spiegare il proprio successo risponde “perché sono me stesso”.
Non ci riescono tutti, in tanti provano a copiarmi, tentano la strada del “simpaticone”, poi uno li guarda e pensa: “Che cavolo stai a fa’?”. Io sono me stessa.
La sua immagine è un po’ studiata.
Per niente, per l’amor di Dio.
Passa da atteggiamenti provocanti, a interviste dove si definisce “figa di legno”.
Sono fidanzata e sono contentissima, lui è tenero e non gli ho mai messo le corna.
Resta la contrapposizione tra forma e sostanza.
No, sono le idee delle persone malate che giudicano l’apparenza (Si innervosisce per la musica di sottofondo, ci sono le prove del programma: “Almeno chiudete la portaaaa!”)
Dicevamo?
Una persona è libera di vestirsi e fare ciò che vuole e se uno pensa male non è colpa mia.
Il “Geordie shore” non è un programma delicato.
Non è spinto, solo ragazzi che si divertono (in realtà accade di tutto, a confronto il Grande Fratello è da educande)
Cosa le scrivono sui social?
Solo cose positive.
Solo positive.
Ovvio, se vado sulla pagina di politica, si parla della Lamborghini come una figa xxx.
Niente politica.
Non c’entro niente.
Ha mai votato?
Certo. Mio padre mi dice “devi assolutamente farlo”.
Non si interessa ma ritiene il voto importante.
Non parlo di certe cose.
Il giudizio di suo padre è fondamentale.
Se non avessi avuto i miei genitori che mi hanno educata, sarei una delle tante che dice “non voto perché tanto non cambia niente”.
La sua generazione spesso non conosce alcuni mostri sacri del cinema o della musica italiana. Ad esempio, sa chi è Ugo Tognazzi?
No, mi spiace.
Mai sentito nominare?
Se volete mettermi alla prova, anche no.
È solo per capire…
Mi sono concentrata sul reggaeton.
È nata a Bologna: Dalla?
Sento altra musica, e non sono meno artista di altri.
Tognazzi era un attore.
E ‘sti cazzi! (Si altera) Non capisco queste domande provocatorie, mi sento attaccata.
Non lo è.
Sono domande scomode.
Sicura?
È entrato su temi politici.
Quali?
Tocca argomenti che non capisco cosa c’entrino.
Tognazzi era una questione generazionale.
E allora sarà meglio dirlo agli insegnanti, ci pensino loro.
Ha dichiarato di leggere molto. Cosa le piace?
L’ultimo libro è di psicologia, amo molto analizzare il linguaggio del corpo.
In questo momento è sulla difensiva.
Perché?
È seduta di traverso, chiusa, con le gambe incrociate.
Se mi fossi messa così non sarebbe stato carino (nel frattempo allarga le gambe con evidente elasticità e indica le parti intime). Non credo a quelle cose.
Cioé?
Se dovessi parlarle con le cosce aperte, sarei una cafona. (Decisamente alterata).
Ha avuto paura di ottenere tutto e subito?
Non è facile. E un po’ ci sono rimasta: in carriera ho saltato dei passi, non ho studiato; il primo concerto è stato a Los Angeles in un’arena piena.
Si riguarda?
Ora sì.
E cosa vede?
Capisco che se i ragazzi di The Voice hanno coraggio, io ne ho avuto tre volte di più; questa cosa mi penalizza.
Non si imbarazza nel giudicarli?
Mi spiace, perché capisco quante sono le persone che desiderano emergere, ma preferisco la sincerità, altrimenti pensano che la vita da famosi è solo soldi e felicità.
E non è così.
I famosi hanno spesso dei problemi, dei disturbi.
Davvero?
Depressione, e basta vederli sui social: soffrono per i pochi commenti e like. A volte vorrei chiudere tutto e restar sola a pregare.
Come mai?
Più ci stai e più non fa bene. Poi grazie a Dio sono cresciuta a Bologna, in mezzo al verde, e i miei genitori e la mia tata mi portavano dai cavalli.
Lei a scuola.
Avevo il caratterino ed ero molto simpatica.
Andava bene.
Molto brava.
Diplomata con?
Chi se lo ricorda.
Parliamo dell’altroieri.
Sono sempre stata la migliore della classe, e a differenza degli altri ero ribelle, poi studiavo tre ore e sapevo tutto.
Super brava.
Apprendo in fretta.
Lei tra dieci anni.
Ho due strade: o faccio una vita più tranquilla, famiglia, figli, fidanzato o marito.
Oppure…
Famiglia, figli, marito e continuare a spaccare.
Famiglia e marito comunque.
Ho una famiglia solida e faccio i complimenti alle donne che crescono i figli da sole, però voglio un uomo accanto.
È cattolica.
Vado spesso in chiesa
È per o contro l’aborto?
Eeeeee, non so rispondere.
Abbiamo finito.
Ah (sospira), bene.