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 2019  maggio 18 Sabato calendario

Boom dei bunker per ricchi paranoici

Vezzo per super ricchi, meta turistica, hotel fuori dagli schemi. Nato con la prima guerra mondiale e sviluppatosi nel conflitto successivo, oggi il bunker rinasce cambiando faccia. Per molti «Paperoni» sta diventando una sorta di status symbol. Al pari di aerei privati, yacht e ville, la struttura sotterranea protetta diventa un modo per mostrare la propria potenza economica. O per affrontare le proprie paranoie. Sono soprattutto gli statunitensi a guidare l’interesse globale: dopo l’elezione di Donald Trump la richiesta è cresciuta anche a tre cifre ma non ci sono dati precisi. Gli acquirenti vogliono restare anonimi, le transazioni avvengono tramite intermediari e una stima arriva dall’italiana Fat Maison che insieme a Old Cinema ha progettato venti «luxury bunker» ispirati ai film solo negli ultimi quattro anni. 
Se nella nostra mente la parola bunker rimanda a nudo cemento, brande arrugginite e bombole per l’ossigeno, la realtà è ben altra cosa. I bunker 2.0 sono residenze a cinque stelle a cui non manca nulla eccetto le finestre. Mura spesse diversi metri, impianti di microfiltrazione di aria e acqua e sistemi di telecomunicazioni satellitari fanno compagnia a legni pregiati, marmo e tessuti preziosi. «La metratura media è di 40 metri quadri», racconta Ambra Craighero di Old Cinema, «poi possono variare da panic room d’oro di 15 metri quadrati a bunker di dimensioni più grandi e il prezzo medio è intorno ai centomila euro». 
Ma si può andare oltre. Il Vivos Europa One, è un condominio sotterraneo all’interno di un ex bunker della Ddr a Rothenstein, in Germania. Offre appartamenti fino a 500 metri quadrati con prezzi che arrivano a due milioni di euro. Le finiture ricordano gli yacht di lusso e ci sono palestre, acquari, cinema, pub. Il tutto all’interno di un guscio che protegge da ogni pericolo reale e immaginario che sia, dallo tsunami globale all’apocalisse nucleare passando per comete killer, anarchia mondiale, guerra batteriologica o terrorismo. Vivos Europa One è un vero e proprio villaggio sotterraneo come Vinh Moc, in Vietnam. Per sfuggire ai bombardamenti della guerra che contrapponeva il Nord e il Sud del Paese, nel 1966 la cittadina fu interamente spostata a 30 metri sotto terra. Fino al 1972 questo dedalo di 114 tunnel di 42 chilometri ospitò una sessantina di famiglie, oggi invece è la meta numero uno per gli amanti della vita sotterranea. Ma non è l’unica. 
A Roma, sotto Villa Torlonia, si possono visitare il bunker antiaereo e i due rifugi realizzati tra il 1942 e il 1943 per proteggere Benito Mussolini. Sono molto spartani, ben diversi dal Bunker 42 di Stalin, che si trova a 65 metri sotto il centro di Mosca e offre un claustrofobico museo e un lussuoso ristorante. L’ARK D-0 di Konijc, in Bosnia, apparteneva invece a Tito. Rimasto segreto fino al 1990, oggi ospita una biennale di arte contemporanea. Più note sono le Churchill War Rooms di Londra, dedicate alla vita del primo ministro inglese. 
Non bisogna però essere un milionario o un capo di stato per vivere in prima persona l’esperienza sotterranea. Ad Airolo, vicino al San Gottardo, c’è La Claustra, un hotel nato all’interno di bunker a duemila metri di altitudine. Già dall’esterno è molto suggestivo, con questa struttura in cemento incastonata all’interno della montagna da cui spuntano solo una porta rossa e due finestre. 
Intorno ci sono verdi pascoli e vette alpine, dentro offre delle camere piuttosto spartane con bagni in comune e un ristorante con primizie locali. Il fiore all’occhiello però è il silenzio assoluto, un bene quasi introvabile qui sulla superficie terrestre ma offerto in abbondanza dal nostro sottosuolo.