la Repubblica, 17 maggio 2019
Da Soros a Berlusconi, le donazioni ai politici
In tempi di inchieste su rimborsi spariti e finanziamenti illeciti, occorre fare un giro tortuoso per conoscere i nomi di privati e aziende che a viso aperto foraggiano partiti, candidati ed eletti. A dispetto della legge sulla trasparenza, il registro online dove poter consultare in tempo reale le “dichiarazioni congiunte” tra donatore e beneficiario, obbligatorie se si supera la soglia dei 3mila euro, a tutt’oggi non esiste: esiste solo a Montecitorio una banca dati con l’elenco delle somme ricevute e di chi le versa, ma estrarlo non è facile. Bisogna scrivere alla Tesoreria, allegare la carta d’identità, spedire la pratica per mail e aspettare. Giorni.
Una volta raggiunta la meta emergono però alcune sorprese e una certezza. Tra le sorprese, i 5mila euro donati nel 2018 da Guido Alpa, socio di studio del premier Conte, all’ex Guardasigilli pd Orlando. La certezza invece è che i principali canali di approvvigionamento della politica non passano quasi mai per il Parlamento: confluiscono piuttosto in associazioni, fondazioni, società spesso di comodo dove la trasparenza è un optional e l’opacità la regola.
I filantropi di +Europa
Nessuno più di +Europa può vantare donazioni tanto ingenti da pochi sostenitori. Il magnate George Soros ha versato al partito di Emma Bonino 100mila euro. Idem la giovane moglie Tamika Bolton. L’imprenditore Guido Maria Brera si è fermato a 30mila, l’ex generale Camporini a 10mila. Il record spetta al filantropo Usa Peter Baldwin: 100mila euro a +Europa, 260mila al segretario Della Vedova, 156mila a Carlo Romano, braccio destro di Bruno Tabacci.
Cassaforte di famiglia
Nei rendiconti degli ultimi 5 anni, una cosa balza subito agli occhi. La politica è spesso un affare di famiglia. Cristina Parodi, moglie di Giorgio Gori, tra 2017 e 2018 ha sborsato 200mila euro per la lista del sindaco di Bergamo ora a caccia del bis. L’amico fraterno Davide Parenti, autore delle Iene, gliene ha dati 180mila. Nel 2014, a finanziare la corsa europea della dem Alessia Mosca sono stati il padre Angelo (51mila euro) e il marito Andrea Rota (71mila).
Il caso più eclatante resta tuttavia quello di Berlusconi: per FI sorgente primaria di danaro. Ad alimentarla, però, non è soltanto Silvio – il patriarca che nell’ultimo lustro ha donato un centinaio di milioni – bensì la discendenza al completo, insieme ai soci di una vita. Tra il 2015 e il 2016 Marina e Pier Silvio hanno sborsato 200mila euro ciascuno, come l’ultimogenito Luigi e lo zio Paolo, mentre le sorelle Barbara ed Eleonora solo la metà. Non basta: Fininvest ha contribuito con mezzo milione dal 2014 a oggi. Cui si sommano i 100mila a testa dati 5 anni fa da Ennio Doris e dai figli Sara e Massimo. Lo stesso nel 2016 ha fatto Bruno Ermolli. Soldi che si sommano ai versamenti dei parlamentari. Come del resto avviene in tutti gli altri partiti.
Le imprese e la Lega
Al netto delle erogazioni degli eletti, sono una miriade le imprese che specie nell’ultimo anno hanno sovvenzionato le varie articolazioni della Lega. Nel 2018 la Vaporart – società produttrice di liquidi per sigarette elettroniche poco dopo detassati dal governo gialloverde – ha girato alla Lega Nord 100mila euro. La Carbotermo spa, che fornisce servizi energetici a un migliaio fra ospedali, case di cura ed edifici pubblici nel Lombardo- Veneto, ne ha sborsati 15mila. Il Consorzio Gisa – che vanta fra i clienti Expo, Trenord, Asl, metro e bus milanesi – ha destinato 25mila euro alla Lega Nord e altri 20mila alla Lega Lombarda. Senza contare le decine di aziende agricole che hanno messo mano al portafogli da quando il loro ministro è Centinaio: la Biogreen di Mirano ha versato 30mila euro, la Giulia srl di Ormello 10mila, entrambe alla Liga Veneta. I 25mila di Confagricoltura Roma sono andati alla Lega per Salvini premier. Mentre la Lega Liguria ha ricevuto 67mila euro dall’associazione genovese Now, inaugurata dal vicepremier e finita nell’inchiesta sui 49milioni spariti.
A destra e a sinistra
Per non sbagliare, alcuni gruppi imprenditoriali elargiscono soldi a destra e a sinistra. Come la famiglia di Federica Guidi, ex ministra dello Sviluppo nel governo Renzi. Mediante la controllata Telefin, prima delle politiche, si è coperta col centrodestra dando 25mila euro alla Lega per Salvini premier, 20mila alla forzista Carfagna, altrettanti al n.2 di FdI La Russa. La capofila Ducati energia si è invece esposta col centrosinistra: 10mila euro a testa hanno dichiarato i dem Ferri, Madia e Boschi. Stesso schema del gruppo alimentare Cremonini: 10mila euro hanno preso la forzista Bernini, il pd Martina, Alternativa popolare di Alfano.