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 2019  maggio 17 Venerdì calendario

Turismo sanitario, boom in Giappone I cinesi volano a Tokyo per farsi curare

Giappone, patria della longevità. Sarà per questo che l’impero sta vivendo un boom del turismo sanitario: sono soprattutto i cinesi che volano verso Tokyo per farsi curare. Se fino a qualche anno fa i turisti arrivavano da Pechino per fiondarsi nel Bakugai, lo shopping esplosivo nel famoso distretto di Ginza, quella parte della capitale consacrata alle boutique e al lusso, oggi prendono di mira cliniche e centri medici.A confermare il trend al Japan Times è Li Xin, vicepresidente della Hibikojyo, un’agenzia specializzata in servizi medici con base a Tokyo e uffici in diverse città cinesi, da Pechino a Shanghai. «Negli ultimi anni un numero maggiore di pazienti cinesi arriva in Giappone per terapie e controlli sanitari: il Giappone ha allentato i criteri di ammissione e le strutture nipponiche sono quindi pronte ad assistere i pazienti».
Considerando solo i visti medici, stando ai dati del ministero degli esteri giapponese, nel 2011, quando il governo per la prima volta ha introdotto la categoria dei visti speciali, sono stati rilasciati solo 70 documenti di questo tipo. Lo scorso anno, invece, sono stati 1.650 e l’84% di questi era destinato a pazienti cinesi. Ma anche i visitatori stranieri che entrano nel Paese del Sol Levante con un semplice visto turistico possono usufruire di prestazioni mediche, a parte le terapie a lungo termine o quegli interventi chirurgici che contemplano un decorso superiore ai tre mesi. Quindi il fenomeno presenta dimensioni ben maggiori di quelle fotografate dal rilascio dei visti medici e con l’avvicinarsi delle Olimpiadi di Tokyo 2020 si prevede un ulteriore incremento.
Il governo punta a richiamare in Giappone qualcosa come 40 milioni di visitatori per i Giochi. E per il Jamssva, l’istituzione privata che si occupa di fornire assistenza sanitaria agli stranieri, se solo il 4% di chi seguirà l’appuntamento olimpico avrà bisogno di cure mediche, questo si tradurrà in 1,6 milioni di pazienti. E il 70% proverrà dalla Cina.
E anche sentendo le cliniche private il fenomeno del turismo sanitario è in crescita. Dice Yoshiaki Furuyama, amministratore delegato della clinica Jiyugaoka nel centro di Tokyo: «Nel 2010 non potevamo dire di avere pazienti stranieri, lo scorso anno abbiamo ricevuto oltre 1.200 clienti solo dalla Cina».
Ma chi sono i clienti tipo delle strutture sanitarie giapponesi? Per The Japan Times si tratta soprattutto di persone che abitano nelle zone interne o rurali della Cina, aree dove è difficile avere accesso a una qualificata assistenza sanitaria. E così, invece di mettersi in coda davanti agli ospedali sovraffollati delle grandi metropoli, i pazienti benestanti preferiscono prendere un aereo e viaggiare all’estero per cercare cure migliori e più rapide. Il Giappone è così diventato una meta di riferimento, anche per l’attività di screening dei tumori.