ItaliaOggi, 16 maggio 2019
In Germania in sciopero le donne cattoliche
Hanno dichiarato lo sciopero le donne cattoliche a Münster. Invece di entrare in chiesa alla domenica per la messa, hanno circondato il Duomo in silenzio stendendo sulla piazza lenzuoli bianchi. E per una settimana non parteciperanno alle attività delle parrocchie. Una protesta contro le violenze e gli abusi sessuali commessi dai religiosi, e che la Chiesa lascia impuniti, o si limita a sanzioni quasi simboliche, lasciando i colpevoli al loro posto. Le promesse e le dichiarazioni di Papa Francesco non soddisfano le fedeli in Germania.Münster, in Westfalia, è una diocesi importante. La città, dove insegnò da giovane anche Papa Ratzinger, dal 1963 al 1966 è quasi esattamente divisa tra cattolici e protestanti che convivono e collaborano senza alcun problema. Il professor Ratzinger era amato dagli studenti, che fecero una colletta per regalargli una bicicletta. Durante il III Reich, uno dei pochi a ribellarsi fu il vescovo di Münster, Clemens August, conte von Galen, che protestò senza alcun timore contro lo sterminio degli ebrei, e il programma di eliminare quanti venivano considerati minorati mentali e fisici. E Hitler non osò intervenire contro di lui. Solo nel ’46 der Löwe von Münster, come veniva chiamato dai fedeli, il leone di Münster, fu nominato cardinale, e nel 2005 santificato.
Alla protesta partecipano anche gli uomini, ma è stata iniziata dalle donne: «Non vogliamo uscire dalla Chiesa», affermano, «vogliamo agire per riformarla dall’interno. Sono i responsabili delle violenze e degli abusi a dover venire espulsi, senza attendere per anni sentenze dei tribunali civili». Per le fedeli, i religiosi a cui sono affidati bambini e adolescenti dovrebbero essere al di sopra di ogni sospetto. E la piazza del Duomo si è trasformata in una distesa di candide lenzuola.
«Lottiamo e protestiamo da anni», aggiungono, «senza aver ottenuto alcun risultato. È ora di dire basta. Siamo deluse e furenti… abbiamo perso la fiducia nelle autorità ecclesiastiche». Il documento è stato inviato anche a Papa Francesco. A Münster attendono una risposta entro pochi giorni. «La Chiesa», si legge ancora nel documento, «è sempre generosa nel cantare le lodi del lavoro femminile, ma sono gli uomini che indossano la veste talare a decidere dove e come le donne possono collaborare alle attività della chiesa». Il vescovo della vicina Osnabrück, Franz Josef Bode, si è dichiarato solidale: «Trovo che l’azione sia buona, ed è un segnale per ottenere più partecipazione delle donne nella Chiesa cattolica». A Münster sono giunti messaggi di solidarietà dalla Svizzera, dal Belgio e dall’Austria.
Secondo i sondaggi, un cattolico su quattro (il 41%) in Germania prende in considerazione la possibilità di uscire dalla Chiesa. I motivi sono diversi, ma il più importante è la delusione per il mancato intervento contro gli abusi sessuali. Le uscite hanno anche una conseguenza economica: in Germania i fedeli di qualsiasi Chiesa pagano le tasse volontariamente, circa l’8% in più su quanto si deve al fisco. Senza dubbio, molti escono dalle loro Chiese anche per motivi economici. Se ne sono andati quasi 130 mila cattolici nel Duemila, e 188 mila protestanti. Nel 2010, i cattolici furono 181 mila, e i protestanti 145 mila. Nel 2015, 182 mila cattolici, e 211 mila luterani, e nel 2017 oltre 167 mila cattolici, e 200 mila protestanti. La protesta delle donne di Münster non dovrebbe essere trascurata a Roma.