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 2019  maggio 16 Giovedì calendario

Periscopio

Certi compromessi sono i compagni sciocchi delle false promesse. Dino Basili. Uffa news.Ormai Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna formano un blocco di interessi molto compatto, che potrebbe amplificare le tensioni fra Lega e Cinque Stelle, più ancora della Tav. Luca Ricolfi, sociologo (Pietro Senaldi). Libero.
«Montanelli diceva: gli italiani non sanno andare a destra senza finir nel manganello». «Mah». Francesco Storace, direttore del Secolo d’Italia (Concetto Vecchio). ilvenerdì.
Facevo da spalla a Pannella, con il compito, non assegnatomi, di frenarne l’insolenza, di bilanciarne la febbre lessicale. Massimo Bordin, che fu curatore della rassegna stampa di Radio radicale (Francesco Merlo). ilvenerdì.
Umberto Orsini, piemontese di Novara, nella sua carriera ha saputo scegliere i migliori registi: Visconti, Fellini, Zeffirelli, Ronconi e capolavori come L’Arialda, Metti una sera a cena, Vecchi tempi, I Masnadieri, Servo di scena a teatro. E, al cinema, La caduta degli dei, Ludwig, indimenticato Ivàn nei Karamazov tv di Sandro Bolchi ancora cliccato sul web. Umberto Orsini, attore (Anna Bandettini). la Repubblica.
Benché abbia abbandonato la politica da un quarto di secolo, divorziando da quell’Umberto Bossi che aveva con infinita pazienza dirozzato e finanziato, le elezioni europee rinnovano in Franco Rocchetta, padre e madre di tutte le leghe, il dolore provato 40 anni fa, quando per la prima volta tentò invano di far eleggere a Strasburgo un suo candidato sotto le insegne dell’Union Valdôtaine. «Anche gli autonomisti valdostani hanno un leone nel loro simbolo. Pecà che no’ sia el Lion de San Marco. Me racomando, lion non leon, scritto con la elle tagliata. Vabbè che voialtri dei giornali non la usate neppure per Wojtyla». Stefano Lorenzetto. Corsera.
Se la sinistra vuol sopravvivere deve smetterla di infliggere ai più giovani delle lezioni di superficialità, malafede, ignoranza della storia. Si parla ormai a vanvera di fascismo, lo si descrive in agguato dietro ogni angolo di strada, studiando pochissimo quel che fu davvero… Si spande la retorica di una nuova Resistenza, insultando la memoria di quella vera (o ignorandone le contraddizioni, gli errori, le tragedie). Federico Rampini, La notte della sinistra. Mondadori, 2019.
La Destra storica, in Italia, affronta la guerra con la Chiesa: la breccia di Porta Pia è aperta dalla Destra. Il patto Gentiloni con la Chiesa, è curioso, lo fa la Sinistra, cioè Giolitti. La Destra storica è anticlericale, vuole creare uno Stato laico, capace di vivere con le proprie idee. È il grande delitto degli italiani l’aver abbandonato questo. Giuseppe Prezzolini, Intervista sulla destra – a cura di Claudio Quarantotto. Mondadori, 1994.
Era l’estate dell’88, Occhetto era appena stato eletto segretario del Pci, e andò a scoprire un busto dedicato, appunto, al Migliore, a Togliatti. E lì affermò che il vecchio leader del Pci andava considerato «inevitabilmente corresponsabile» dei crimini staliniani. L’evento, naturalmente, suscitò scalpore e venne riportato con evidenza da tutti i tg. Quella frase che, con Occhetto, avevamo inserito, concludendo la stesura del discorso, e che fu quindi ponderata in anticipo, venne duramente criticata dall’interno del partito perché troppo «demolitoria» e all’esterno perché troppo «assolutoria», Callida iunctura venne definita da Luciano Canfora. Massimo De Angelis, Post – Confessioni di un ex comunista. Gierini e Associati, 2003.
Marine Le Pen, per distinguersi dalla sorella ribelle, debuttò come guardiana dell’ortodossia lepenista. Compilava dossier e organizzava purghe degli infidi. Si fece detestare, guadagnandosi 3 nomignoli: «poliziotta», «guardia rossa», «kapò». Li accettò orgogliosamente tutti. Il Comitato centrale gliela fece pagare, votandone la retrocessione nelle retrovie. Per ripicca, il padre, presidente e padrone del partito, la promosse il giorno successivo vicepresidente del Front. Giancarlo Perna, saggista politico. LaVerità.
Con Beniamino Placido facemmo diverse cose, ricordo un programma con lui e Montanelli, il quale era la prima volta che si prestava al piccolo schermo. Furono strepitosi. Ti confesso che invidiavo la loro intelligenza limpida e ironica. Poi ci fu anche Federico Zeri, il grande critico, che avevamo immaginato seduto su una panchina dei giardinetti, accanto a una vecchietta che chiede l’elemosina, mentre lui le parla d’arte. Ecco come inventammo il divertimento intelligente. Angelo Guglielmi, critico letterario (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Chi erano gli altri amici più cari di mio padre? Morta la moglie, Pietro Garinei passava sempre le vacanze con noi a Pianaccio. La sera si sfidavano a indovinare le canzoni d’antan, intonate da entrambi. Papà aveva una bella voce e battere l’autore di Rugantino lo gratificava. E poi Federico Fellini, Cesare Rimini, Sergio Zavoli, Ottavio Missoni, Paolo Occhipinti, Loris Mazzetti. Ogni mese Ferruccio de Bortoli veniva a trovarlo per due ore di chiacchiere. Bice Biagi, giornalista, figlia di Enzo (Stefano Lorenzetto). Corsera.
Dal 2000 il Sud Italia ha perso un decimo della sua popolazione; secondo i dati Eurostat, Campania, Calabria e Sicilia sono le uniche regioni dell’Unione europea a rischio povertà per oltre metà della popolazione; nel Mezzogiorno, governato ininterrottamente dalla sinistra ormai da diversi anni, il reddito pro capite, comparato al livello d’acquisto, è al di sotto di quello lituano e ungherese. La gente per chi deve votare se non per i populisti? Ernesto Galli della Loggia (Annalisa Chirico). Il Foglio.
Il sistema produttivo alimentare, che conosco bene, è fortemente squilibrato: chi produce guadagna poco, chi consuma spende molto e in mezzo c’è chi spende poco e guadagna molto. Carlo Petrini, inventore di slow food (Roberta Scorranese). Corsera.
La Romania è diventato il secondo Paese al mondo per numero di emigranti, preceduta solo dalla Siria della guerra civile. Ancor più drammatica la situazione dei giovani, un terzo dei quali sceglie di abbandonare il Paese per cercar fortuna in Europa. Alla questione numerica se ne aggiunge un’altra, non meno importante, quella della formazione. Il sistema educativo qui è stato completamente smantellato e la qualità dell’istruzione è pessima. Chi è più competente o chi impara un mestiere tende a emigrare. Senza contare poi il bassissimo numero di giovani che si diplomano alle scuole professionali. Alessandra Briganti. ilvenerdì.
In Italia la forza delle leggi sono le loro eccezioni. Roberto Gervaso. Il Messaggero.