la Repubblica, 16 maggio 2019
Giù le mani da Alain Delon
Sì, indubbiamente Alain Delon è fascistissimo, imperdonabile amico del vecchio Le Pen, odioso nemico dei gay e dei loro diritti, sprezzante maschilista. Molestatore però non credo, non credo ci fosse donna, allora, che non lo avrebbe lasciato fare, contentissima. Tuttavia, hanno ragione le signore del collettivo Women and Hollywood, in tumulto al Festival di Cannes per chiedere la revoca del Leone d’Oro alla carriera a quest’uomo di 84 anni, con le borse sotto gli occhi ancora azzurri ma spaventati, nessuna traccia di quella bellezza giovane che faceva innamorare attrici, registi e il folto cinepubblico ambosessi? Non lo so se hanno ragione: da un punto di vista politico e femminista certamente sì ma, e mi scuso per l’opinione revisionista, non da quello rappresentato dalla sua immagine per le donne nei primi anni ’60: la sua bellezza dolce e virile, nei suoi vent’anni, ci commuoveva, ci aiutava a non rassegnarci a maschi che non ci piacevano, Rocco di “Rocco e i suoi fratelli” di Visconti ci rendeva più sensibili ai meno fortunati, Tancredi di “Il Gattopardo” di Visconti ci trascinava nella Storia italiana a noi sconosciuta. Ecco care amiche, perdonatemi, ma forse è meglio rivolgere le vostre giuste battaglie contro quelli che, oggi al potere, vorrebbero, loro sì, ridimensionare non solo i nostri diritti ma anche quelli di tutti.