la Repubblica, 16 maggio 2019
Biografia di Lara Comi
Il Cavaliere ha sempre stravisto per lei. Era una giovane ventenne dal viso pulito quando Silvio Berlusconi la prese sotto la sua ala e (quasi) dalla mattina alla sera la fece eleggere al Parlamento Europeo, ad appena 26 anni. Oggi, però, è una candidata in grado di camminare con le sue gambe, impegnata nella difesa delle donne anche dopo essere stata vittima di uno stalker. E campionessa di preferenze: nel 2014 ne ha incassate 84 mila risultando «la donna del centrodestra più votata d’Italia». Lara Comi, da ieri indagata per finanziamento illecito ai partiti nell’indagine milanese sulla presunta rete di corruzione fra Lombardia e Piemonte, negli ultimi cinque anni si è ritagliata un ruolo sempre più di rilievo tra gli azzurri. Tanto che c’è la possibilità che tra due settimane possa intascare più voti persino di Silvio nel Nord-Ovest.
È proprio per questo che oggi Comi teme che la questione giudiziaria possa pregiudicare la sua rielezione a Strasburgo. Secondo i magistrati, avrebbe ricevuto un presunto finanziamento illecito di 31 mila euro dal presidente lombardo di Confindustria, Marco Bonometti. «È un’accusa assurda, continuerò a fare campagna elettorale» si difende lei. Trentasei anni, nata a Garbagnate Milanese, sportiva e giocatrice della nazionale parlamentari di calcio, Comi inizia come volontaria nella sede di Forza Italia a Milano. Qui Berlusconi la prende in simpatia e la nomina nel giro di poco coordinatrice dei giovani del partito. Sin dall’inizio viene vissuta con molta diffidenza. Per dare un’idea del clima nel 2005, prima delle regionali, tra gli azzurri circola un documento contro la sua ipotetica candidatura: «No alle Veline in lista». E la corsa finisce prima di partire. La sua carriera spicca il volo nel 2009, con il seggio a Strasburgo. Dove, in barba alle regole europee che vietano di assumere parenti, arruola come assistente la madre: «Avevo solo 26 anni, volevo la mamma», è la sorprendente giustificazione quando la vicenda diventa pubblica. E lei è costretta a restituire 126 mila euro di stipendi versati a mammà. Molto vicina a Paolo Alli, ciellino di ferro e braccio destro di Formigoni, ex coordinatrice del partito a Varese (subentrata a Nino Caianiello, in carcere per la stessa inchiesta), Comi a Strasburgo oggi è anche vicepresidente del Partito popolare europeo. E qualche anno fa non ha risparmiato critiche alla Lega salviniana arrivando a proporre Diego Della Valle come “spalla” di Berlusconi: «Se avesse intenzione di scendere in politica meglio lui di Salvini...». Due anni fa ha reso pubblico di essere vittima da tempo di uno stalker che la ossessionava ovunque. L’anno scorso il suo persecutore, Giovanni Bernardini, imprenditore 47enne imputato a Busto Arsizio, nel Varesotto, è stato condannato a dieci mesi.