Corriere della Sera, 16 maggio 2019
Facciamo gossip 52 minuti al giorno
Facciamo gossip per 52 minuti al giorno. Sono tanti? Sono pochi? Dipende. C’è gossip e gossip, infatti. Gli psicologi dell’Università della California che hanno pubblicato uno studio sulla rivista Social Psychological and Personality Science considerano il gossip come «parlare di chi non è presente», ma hanno poi preso il minutaggio di chiacchiere neutre, positive o negative. Ne emerge che, per tre quarti del tempo, ci scambiamo informazioni innocue, ma per il resto i giudizi malevoli sono il doppio di quelli benevoli. In pratica, in media, spettegoliamo affettuosamente quattro minuti al giorno e perfidamente per otto minuti. Lo facciamo tutti: uomini e donne, giovani e anziani, ricchi e poveri. Questa prima ricerca sistematica sul tema decreta che spettegolare è trasversale e sfata i luoghi comuni per cui farlo è «da ignoranti, è tipicamente femminile, è da classe sociale inferiore»: scrivono così gli psicologi, che per un po’ di giorni hanno registrato le conversazioni di 467 volontari fra i 18 e 58 anni. Hanno scoperto anche che le donne, quando spettegolano, risultano più neutre degli uomini. Dal che si deduce che lo stereotipo della donna pettegola è, appunto, un pettegolezzo e pure infondato. I dati evidenziano, inoltre, che i giovani tendono a malignare più degli anziani, forse perché, essendo più connessi, hanno più spunti dai social e da Internet. Hanno più stimoli, ma non per questo sono più saggi. Infine, i più ricchi e istruiti fanno gossip quanto i più poveri e meno istruiti. Tutti cercano nelle vite degli altri lo specchio della propria. Può essere un bene, se si tratta di ricavarne un buon esempio. Poi, ciò che si scatena negli otto minuti crudeli è tutt’altro... Silvana Giacobini, che ha fondato i rotocalchi Chi e Diva e Donna, sintetizza così al Corriere: «Parliamo male di qualcuno per sentirci migliori di lui, sapendo benissimo di non esserlo». Forse non finiremo all’inferno per questo, però è utile ricordare che Papa Francesco, in un’omelia, ha avvisato che «chi non sparla degli altri è sulla buona strada per diventare santo».