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 2019  maggio 16 Giovedì calendario

Addio alle modelle minorenni

Naomi Campbell aveva appena 13 anni, quando iniziò a posare dinanzi ai fotografi. E la figlia di Cindy Crawford, Kaia Gerber, già star delle passerelle, ancora oggi ne ha soltanto 17. Arriverà alla maggiore età il prossimo 3 settembre, in tempo per rientrare entro i limiti che da ieri ha deciso di imporre uno dei giganti della moda a livello mondiale, il francese Kering. Che ha detto basta alle Lolite o finte adulte: il gruppo dall’anno prossimo farà ricorso solo a modelle maggiorenni.
Lo ha annunciato François-Henri Pinault: «Come gruppo di lusso globale, siamo consapevoli dell’influenza esercitata sulle giovani generazioni, in particolare attraverso le immagini prodotte dalle nostre maison. Crediamo di avere la responsabilità di proporre le migliori pratiche possibili e speriamo di creare un movimento che incoraggi gli altri a seguire l’esempio. È un nuovo progresso nel nostro impegno verso le donne». Il divieto a ricorrere a mannequin (anche uomini) sotto i 18 anni scatterà dalle collezioni autunno-inverno 2020-2021. Riguarderà sia le sfilate che gli shooting fotografici. Si tratta di una mini rivoluzione. E neanche tanto mini, se si calcola che Kering controlla maison come Saint Laurent e Balenciaga e, in Italia, Gucci, la più preziosa a livello di fatturato, che per tutto il gruppo nel 2018 ha totalizzato 13,6 miliardi di euro.
Chi potrebbe «seguire l’esempio»? A Parigi tutti sanno a chi Pinault alludesse. Sì, il gigante rivale, Lvmh, di Bernard Arnault, con marchi come Louis Vuitton, Fendi e Dior. Le due famiglie francesi di miliardari del lusso, i Pinault e gli Arnault, nemici da sempre, si rincorrono in tutto, anche di recente per le donazioni consacrate a ricostruire Notre-Dame. Ed è possibile che pure stavolta le cose vadano come da copione. Tra l’altro nel settembre 2017 avevano concordato assieme una carta comune di “buona condotta”, che già introduceva diversi limiti per il rispetto delle modelle. Limitava allora a 16 anni l’età minima per partecipare a sfilate e servizi fotografici. Non solo: si introducevano diverse norme anti-anoressia, come l’eliminazione della taglia 32 per le donne e della 34 per gli uomini quali requisiti dei casting, oltre all’obbligo di lavorare solo con giovani che possano presentare un certificato medico di buono stato di salute, non rilasciato da più di sei mesi.
Ieri Marie-Claire Daveu, responsabile dello sviluppo sostenibile di Kering, ha precisato: «Il livello di maturità fisiologica e psicologica di modelle e modelli che abbiano più di 18 anni appare più adatto ai ritmi e alle esigenze imposte da questa professione». Due giorni prima Kering aveva anche introdotto nuovi standard per il trattamento e il benessere degli animali coinvolti nell’intera catena di approvvigionamento del gruppo. Ma ritorniamo allo stress fisico (e non solo) delle mannequin. Uno degli scandali che aveva portato Kering e Lvmh a prendere le prime misure era scoppiato nel febbraio 2017, quando sui social James Scully, direttore di casting, durante una fashion week parigina, aveva denunciato delle agenzie concorrenti per il modo in cui, durante una selezione, avevano trattato le giovani aspiranti alla passerella, costrette ad attendere ore ed ore ammucchiate nella tromba delle scale di un palazzo. Sono giovani in arrivo da tutto il mondo e ormai soprattutto dall’Europa dell’Est. 
E solo per alcune di loro la vita diventa quella rosea dei facili guadagni. Poi, qualche mese dopo, a Shanghai Vlada Dzyuba, una modella russa, era crollata a terra morta: sfinita, dopo essere stata costretta a sfilare per tredici ore. Aveva 14 anni.