Libero, 16 maggio 2019
Pezzi di galera vendonsi
Vi intrigherebbe possedere un tratto delle sbarre che, magari, chiudevano la finestra della cella di Raffaele Cutolo o di Giovannino Guareschi? Oggi sarebbe possibile mettersi in casa uno di questi trofei, facendo un’offerta per il restauro della chiesa duecentesca di san Francesco del Prato a Parma, trasformata in carcere in epoca napoleonica e rimasta tale sino al 1992. Ora, però, in vista del 2020, quando la città ducale sarà capitale italiana della cultura, l’Università di Parma, proprietaria dell’edificio, ha ceduto chiesa e pertinenze alla diocesi e ci si è messi all’opera per un crowd-funding che serva da supporto alle già consistenti risorse messe in campo da fondazioni bancarie. Sono stati creati quindi dei cofanetti contenenti ognuno una sezione delle grate carcerarie. Il messaggio portante della campagna “Liberiamo San Francesco del Prato” viene espresso simbolicamente proprio da questi pezzi di grata, tagliati accuratamente in corrispondenza dello snodo e numerati uno ad uno. Realizzati in numero limitato, i cofanetti saranno consegnati a coloro che avranno donato on-line e che così riceveranno un segno tangibile del loro contributo. E non basta, perché anche i rondoni, “ospiti” storici della chiesa, verranno salvati: l’intervento sul complesso di San Francesco del Prato ha creato le condizioni per salvare quelli presenti nella struttura della chiesa, che ne conta 300 solo nell’abside. Sono stati installati in cantiere nidi artificiali sul ponteggio. Questi permettono ai rondoni di tornare a nidificare come sempre. Chi volesse aiutare i rondoni o possedere un singolare “avanzo di galera”, non dovrà far altro che visitare www.sanfrancescodelprato.it.