Corriere della Sera, 15 maggio 2019
Come non ricordare il grande Paneroni
«Come il giovane Davide / decapitò Golia / il Paneroni impavide / cambiò l’astronomia!». Gli scienziati del «terrapiattismo» riuniti giorni fa a Palermo avranno pure ragione sulla loro certezza che la terra sia piatta e che quel somaro di Aristotele e tutti gli altri avessero torto marcio a teorizzare al contrario che sia sferica, ma hanno commesso una grande ingiustizia. Hanno dimenticato, quei pozzi di scienza terrapiattisti, l’immenso Giovanni Paneroni. Chiederete: Paneroni, chi era costui? Vi risponderebbe come rispondeva a chi aveva dei dubbi: «Tacete, o bestie! La terra non gira. E chi l’ha scoperto? Me! E dunque io sono uno dei dieci uomini più interessanti della terraferma». Di più: fermissima. Perché «è il sole che ruota intorno alla terra e non il contrario, o bestie!» Infatti, come si può leggere nei libri «Vita memorie e avventure di Giovanni Paneroni» di Enrico Mirani o in «Una terra piana e infinita» di Giacomo Massenza sulle «conferenze» del mitico «astronomo» bresciano degli anni Trenta, lui poteva certificare che «quei poveri barbagianni che decretarono il sole milioni di volte più grande della terra avevano la vista offuscata e della mente ottusa ottenebrata da manicomio». Il sole, in realtà, «ha un diametro di due metri, pesa 14 chili, gira a 1000 chilometri fissi dalla terra e ha un calore così strapotente che costringe i mari a svaporare come una pignatta bollente». Il sedicente «Divinator dei Mondi di Italico Genio, fonte inesauribile di studi da imbibire tutto il mondo», nato nel 1871 sulle rive dell’Oglio, di professione venditore ambulante di gelati, torroni e ciambelle, spiegò le sue teorie anche in un memorabile volantino. Contenente «33 disegni persuasivi accompagnati da 100 paragoni meravigliosi, inconfutabili». Titolo: «Primitive primizie di nuovi profondi studi. Geografia-astronomia-metereologia descritta in un libro contenente 30 grandi disegni geografici nonché molti siluranti problemi». Amatissimo da Indro Montanelli che stravedeva per le sue stramberie, corredato di un magnifico paio di baffi all’ungherese, girava con un secchio pieno d’acqua e davanti agli interlocutori lo faceva roteare nell’aria: «La terra l’è minga tonda, o bestie, sennò in Congo che è sotto pioverebbe all’insù!». Pensate: ridevano di lui. Al Duce invece, pensa un po’, credevano tutti…