La Stampa, 15 maggio 2019
Lelouch racconta “Un uomo, una donna 2”
Era il 1966: Claude Lelouch girò in Normandia, sulle spiagge immense e malinconiche di Deauville, Un uomo, una donna. Non se l’aspettava nessuno ma la storia d’amore, improvvisa e controversa, di due vedovi, Anne e Jean-Louis, ebbe un successo planetario. Dopo tutto questo tempo, che fine avranno fatto? Saranno ancora vivi? Il regista ha voluto dare una risposta, rimettendo la macchina da presa dinanzi alla coppia, in Gli anni più belli della vita sabato sulla Croisette. «Il tempo che passa non genera solo inconvenienti – ha detto Lelouch -. Ho voluto che questo film fosse molto ottimista, per parlare di una storia d’amore che si svolge nell’arco di 50 anni». In realtà aveva già tentato un sequel (Un uomo, una donna oggi, del 1986, che però fu un insuccesso). Per riprovarci Lelouch (81 anni) ha dovuto vincere le paure dei due interpreti del 1966, Anouk Aimée (87) e Jean-Louis-Trintignant (88), che alla fine si sono convinti. Ha coinvolto di nuovo perfino i due bambini di allora (la figlia di lei e il figlio di lui), oggi due adulti, Souad Amidou, che ha fatto l’attrice e Antoine Sire, finito a lavorare in banca. New entry Monica Bellucci, figlia di Jean-Louis.
Ieri e oggi
In Un uomo, una donna Anne, sceneggiatrice, incontra Jean-Louis, pilota automobilistico, nel collegio a Deauville, dove hanno messo i rispettivi figli. Il marito di lei, uno stuntman, è morto. La moglie di lui si è suicidata, perché Jean-Louis si era ferito gravemente durante una corsa a Le Mans e lei credeva che non sarebbe sopravvissuto. Tra Anne e Jean-Louis nasce un amore appassionato, ma pieno di dubbi, incertezze, rimorsi, paure. Ecco, dopo una cinquantina d’anni (non si sono più visti), il figlio di lui si presenta nel negozio che lei gestisce, per dirle che il padre non l’ha mai dimenticata. Anzi, oggi vive in una residenza per anziani in Normandia e la memoria va e viene. Ma la sola cosa che ricorda è proprio lei. Lei accetta di andare a trovarlo. La scena del loro incontro dura 19 minuti e Lelouch ha ammesso di averla girata d’un fiato, senza interruzioni. La mattina delle riprese aveva dato poche indicazioni ai due attori. «Li ho voluti mettere ko – ha ammesso -, non lasciare loro neanche il tempo di riflettere o analizzare. È stato come il reportage di un vero incontro». Trintignant e la Aimée sono ancora oggi molto amici.
I luoghi
I due, poi, ritornano sul «luogo del crimine», la camera dell’hotel Normandy, dove fecero l’amore per la prima volta (è diventata una camera-museo) o sulla passerella sul lungomare di Deauville, dove allora quel pazzo di Jean-Louis sgommava con la sua Ford Mustang (oggi si spostano con una Citroen due cavalli). Molte scene sono state girate in una casa in Normandia, dalle pareti rotonde, concepita da Lelouch anni fa, «una casa ideale, rotonda come la Terra: vuol dire camminare senza mai fermarsi. Nel film c’è l’atmosfera di una casa di vacanze. La fine di una vita dovrebbe essere così. Gli ultimi anni dovrebbero essere i più belli».