La Stampa, 15 maggio 2019
Impronte dei piedi per i bimbi dei clandestini
Una donna, Arelys Pulido, tiene in braccio la figlia di due mesi, Zuleidys Antonella Primera, dopo averle fatto prelevare le impronte dei piedi per il certificato di nascita all’ospedale Erazmo Meoz di Cucuta, al confine tra Colombia e Venezuela. Il governo colombiano concede ai neonati come questo, nato da immigrati clandestini venezuelani, cure sanitarie durante il primo anno di vita e permette loro di iscriversi a scuola, una volta cresciuti, ma vi è incertezza per quel che accadrà nel futuro di questi migranti, con l’aggravarsi della crisi venezuelana e dell’esodo.