il Giornale, 15 maggio 2019
Cannes, apertura con polemica su Buscetta
da Cannes Gli zombie invadono Cannes nella serata d’apertura, ma è la polemica a superare la fantasia e Giovanni Montinaro, orfano della strage di Capaci, punta il dito contro l’establishment cinematografico che farà uscire Il traditore di Marco Bellocchio sul boss dei due mondi Tommaso Buscetta e unico film italiano in gara, proprio il 23 maggio, nel giorno dell’anniversario della strage in cui morì Giovanni Falcone e la sua scorta. «È solo marketing, da orfano di quella strage mi permetto di scrivere che è decisamente offensivo» scrive su Instagram il figlio di Antonio Montinaro che trovò la morte in quell’esplosione. Un’accusa precisa a cui ha ribattuto prontamente Pierfrancesco Favino, che interpreta proprio Buscetta. «Non ci sarà alcuna scena che possa farle ripensare a quella tragedia, glielo assicuro. Piuttosto, è il modo di omaggiare e ricordare quel giorno senza retorica né il desiderio di approfittare di un eccidio».
L’allarme precede la giornata e l’apertura di un festival che viene travolto dagli zombi di Jim Jarmusch con The dead don’t die, primo film in concorso e in passerella. Un horror che non mette paura e appare grottesco e ironicamente simbolico in molte scene dal sapore della satira sociale sull’attuale mondo di morti viventi, schiavi della tecnologia. Emblematica è la sequenza in cui le creature che riprendono vita dall’oltretomba si aggirano meccanicamente tenendo in mano lo strumento feticcio della società attuale. Il telefonino. Un attacco diretto che diventa ancor più tragicomico con l’epilogo in cui gli zombie finiscono per prevalere sui pochi umani superstiti, mentre l’unica donna capace di contrastare i «non morti» è Tilda Swinton, negli improbabili ma credibili panni di un’addetta alle pompe funebri che si rivela però un’extraterrestre. La serata si apre con una cerimonia in cui Charlotte Gainsbourg e Javier Bardem dichiarano ufficialmente avviato il Festival davanti ai molti invitati, la giuria e il cast completo del film di Jarmusch, dalla Swinton ad Adam Driver. Da Bill Murrey a Selena Gomez. Un’opera che al pubblico è piaciuta e ha citato direttamente il padre degli horror fantascientifici, quel George Andrew Romero de La notte dei morti viventi, cui si richiama direttamente il poster di Jarmusch e alcune sequenze in cui il regista americano, scomparso nell’estate di due anni fa, viene addirittura nominato espressamente oltre alla citazione autoreferenziale dello stesso Jarmusch alla propria sceneggiatura.