Libero, 15 maggio 2019
Il Pd imbarca tutti
■ Dai «porti aperti» alla lista aperta il passo è stato breve. Nicola Zingaretti, segretario di un Partito democratico alla disperata ricerca di voti, ha imbarcato un po’ tutti in vista delle elezioni del 26 maggio. Il fritto misto in salsa Dem, lo ha dichiaratolui stessoil giorno della presentazione dellistone,è stato sfornato «di fronte al rischio che Salvini possa incidere sul prossimo parlamentoeuropeo». Zingaretti, convinto (beato lui) che la grande ammucchiata sia la carta vincente contro quel razzistaccio del leghista, se n’è fregato che un terzo dei 76 candidati del Pd non abbiala tessera del partito. Si spazia dal comunista Pisapia ai transfughi di ritorno, su tutti alcuni bersaniani di Mdp-Articolo 1. In lista per Bruxelles c’è poi la rappresentante italiana di “En Marche!”, e considerandola simpatia che riscuote dalle nostre parti il presidente francese Macron vedremo quanto pagherà la scelta. Della truppa nonfa parte l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, fiera esponente a Montecitorio del defunto Leu (“Liberi e Uguali”, lo ricordiamo). E però in qualche modo Zingaretti è riuscito a imbarcare anche lei, dato che la paladina dell’accoglienza nelle ultime ore ha annunciato che alle europee,a differenza di altri compagni, voterà Pd e non la lista “La Sinistra”. DALLA GRUBER «Da tempo» ha spiegato nel salotto di casa di Lilli Gruber, su La7 «avevo proposto una lista di tutto il centrosinistra perché secondo me c’era bisogno di un’operazione innovativa. Purtroppo non è stato possibile» ha proseguito rammaricata la Boldrini «ma spero che tutte le liste del centrosinistra raggiungano la soglia del 4 per cento per non disperdere voti. Io» ha sottolineato «ho scelto di votareperil Partito democratico perché è la lista che ha fatto più sforzi peraggregare, perchéil Pdappartiene alla famiglia socialista che al parlamento europeo è la componente progressista più forte, e poi perché ho letto il programma e ci ho trovato una svolta socialeimportante». Insomma: chi sostiene che la Boldrini con questa scelta voglialisciareil pelo a Zingaretti con l’obiettivo di trovare un’altra comoda poltrona quandofiniràlalegislatura gialloverde non ha capito niente. La Boldrini voterà Pd perché haletto beneil programmaDem e si rivede nell’importante svolta sociale, punto: il resto sono solo illazioni. RISCHIO FLOP Sennonchéilleader dei Democratici ha appena incassato anche il sostegno del democristiano PaoloCirino Pomicino. Proprio lui, ‘O ministro, titolare del Bilancio e della Programmazioneeconomica sottoil governo Andreotti. «Non ho più l’età per candidarmi» ha detto l’ex viceré di Napoli «ma posso dare un contributo diidee, qualche voto cel’ho, gli amici mi seguiranno». A chi gli fa notare che Zingaretti per rinnovare il partito ha deciso di prendersi in casa uno che è entrato in parlamento perla prima volta nel’76, ‘Oministro risponde che vorrebbe trovare qualcunodiM5S dispostoaconfrontarsi con lui in un dibattito. In effetti sarebbe uno spasso vederlo sbertucciare Di Maio, Toninelli e soci. La pesca a strascico di Zingaretti, stando agli ultimi sondaggi, non sembra comunque aver portato benefici. IDemcontinuanoadarrancare e l’ipotesi di un clamoroso flop non è così remota. Ieri Zingaretti per tentare di allontanare i sospetti di inciucio post-europee coi grillini è tornato a dire che «chi vota DiMaio vota Salvini». Il problema, per lui, è che in pochi voteranno Pd. © RIPRODUZIONE R