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 2019  maggio 15 Mercoledì calendario

La nuova via della seta apre la strada ai carri armati

Una rete di basi militari stesa intorno al mondo, per proteggere gli investimenti del programma d’infrastrutture globali One Belt One Road, la cosiddetta “Nuova Via della Seta”: il Pentagono ritiene che Pechino stia progettando l’a llestimento di punti d’a p p o ggio militari, di terra, d’aria, di mare e spaziali, secondo quanto contenuto in un rapporto pubblicato ai primi di maggio. L’esplicita percezione d’una crescente minaccia militare cinese coincide con un picco delle tensioni commerciali e tecnologiche tra Washington e Pechino, innescato dalla guerra dei dazi riaccesa, quasi in contemporanea alla pubblicazione del rapporto, dal presidente Donald Trump. È un cane che si morde la coda: così, Pechino vede sempre più ostili gli Usa di Trump, che cercano di frenare l’espansione del potere cinese. ATTUALMENTE, Pechino ha solo una base militare al di fuori del proprio territorio, a Gibuti; ma ne starebbe progettando altre, fra cui una in Pakistan, tradizionale quanto inaffidabile alleato dell’America, cercando di darsi una d im e ns i on e da Super-Potenza globale. Altre basi cinesi potr ebbe ro tr ova re c ol lo caz i on e n el l ’A si a su d-ori en tal e, nel Pacifico occidentale, in Medio Oriente. E, un conflitto militare a bassa tensione tra Cina e Usa è già in atto nel Mar cinese meridionale. La scelta di Trump di alzare il livello del confronto, invece di smussare le tensioni, rischia d’indurre Pechino a riavvicinarsi ancora di più a Mosca: è notizia recente un ciclo di manovre navali congiunte russo-russo-cinesi, denominate “Joint Sea 2019” e svoltesi nelle acque di Qingdao, provincia dello Shandong, coinvolgendo Le paure del Pentagono La strategia di Pechino: approfittare dei patti commerciali per costruire basi militari in Medio Oriente e nell’Ar tico due sommergibili, 13 navi di superficie, elicotteri, aerei. Unite dalla rivalità con gli Usa, Pechino e Mosca condividono – dicono fonti della Difesa cinese – una “partnership strategica contro un mondo unipolare”, a dominio americano. A settembre 2018, circa 3.200 soldati cinesi presero parte ai “giochi di guerra”in Siberia, le più grandi manovre mai fatte in Russia con la partecipazione di circa 300 mila militari. Ora il Dipartimento per la Difesa Usa prevede che la Cina punterà “su quei Paesi con cui ha relazioni d’amicizia consolidate e interessi strategici coincidenti, come il Pakistan, in funzione pure anti-indiana, o che hanno l’abitudine d’accogliere installazioni militari di altri Paesi”. Potrebbe però succedere che gli sforzi cinesi siano ostacolati da Paesi preoccupati d’avere sul proprio territorio una presenza a tempo pieno delle forze armate cinesi. Il rapporto del Pentagono è stato pubblicato dopo l’uscita d’una nota d’a l l ar m e per l’intensificarsi delle attività cinesi al di là del Circolo polare artico, che potrebbero aprire la via a una rafforzata presenza militare nella Regione, compreso lo spiegamento di sottomarini come arma di deterrenza contro un attacco nucleare. La Danimarca, dal canto suo, ha espresso preoccupazioni per l’interesse cinese per la Groenlandia: Pechino si propone d’installarvi una stazione di ricerca e una stazione a terra per i satelliti, d’espandere la sua presenza nel settore minerario e d’ampliare e rinnovare le strutture aeroportuali. I danesi temono che “le ricerche civili fungano da supporto a una rafforzata presenza militare cinese nell’Artico”. L’anno scorso, fonti di stampa riferirono di trattative per una base cinese nel “corridoio del Vacan”, nel Nord-Ovest dell’Afghanistan, una striscia stretta (tra i 12 e i 60 km) e lunga (circa 260 km), nella provincia del Badakhshan, che rende più agevole il transito tra Cina e Pakistan via Tagikistan. Poco tempo fa, il Washington Post ha individuato un avamposto militare dove sarebbero dislocate numerose truppe cinesi nel Tagikistan orientale. IL PRESIDENTE CINESE Xi Jinping intende proiettare il potere o almeno l’area d’influen – za del suo Paese al di là del tradizionale e immediato “cortile di casa” d e ll ’Asia orientale e sud-orientale. Ciò può comportare un rafforzamento della presenza della Cina nelle Istituzioni internazionali – dall’Onu all’Accordo di Parigi contro il riscaldamento globale –, l’acquisizione di tecnologie d’avanguardia e il consolidamento di una forte presenza economica in tutto il mondo. A ciò s’accompagna, non esplicitata, una proiezione globale della forza militare cinese in terra, mare e cielo e nello spazio. Nel rapporto del Pentagono si legge che “i leader cinesi stanno usando la leva del loro crescente potere economico, diplomatico e militare per consolidare la loro prominenza regionale ed espandere l’in – fluenza internazionale”. Nel Mar cinese meridionale, Pechino ha già stabilito avamposti militari. Qui s’intersecano interessi di vari attori: dalla Cina alla Malaysia, agli Usa. © RIPRODUZIONE RISERVAT