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 2019  maggio 15 Mercoledì calendario

I delitti della balestra

Sabato, all’ora di pranzo, la donna delle pulizie apre la porta per riordinare la stanza e quasi inciampa su un piede. Capisce immediatamente che qualcosa non va e si precipita dal suo capo. Quando il responsabile della piccola pensione di Passau varca la soglia della stanza, lo spettacolo è raccapricciante. Il 53enne Torsten W. è steso sul letto, mano nella mano con la 33enne Kerstin E. I loro corpi, persino le teste sono trafitti di frecce. Cinque hanno colpito l’uomo, due la donna. Al cuore, alla gola, alla tempia, dirà l’autopsia. Sono tutti stati sparati da alcune balestre che la polizia rinviene poi nella stanza. Ma a terra, in una pozza di sangue, c’è un terzo cadavere. È suo il piede sul quale stava per inciampare la donna di servizio. Farina C, così si chiama la terza vittima, è la figura centrale di questo dramma, quella attorno al quale nelle ore successive al ritrovamento si addenseranno altri, inquietanti dettagli. Dettagli del più incredibile giallo che abbia sconvolto la Germania da anni. La trentenne è morta per una freccia che le ha trapassato la gola. E nella testa degli inquirenti, che nella stanza trovano due testamenti della coppia morta sul letto ma nessuna valigia, nessun oggetto personale, soprattutto, nessun segno di colluttazione, comincia a nascere il sospetto che sia stata lei a ucciderli e che si sia poi suicidata. Che si sia trattato insomma di un “suicidio allargato”, come lo chiamano in gergo, concordato. E quando la polizia comincia a scavare nella sua vita, si apre un nuovo capitolo del giallo. Lunedì, due giorni dopo il ritrovamento dello strano trio di Passau, gli agenti irrompono nell’appartamento di Farina a Wittingen, in Bassa Sassonia. A seicento chilometri di distanza, trovano altri due cadaveri. Quello di una 33enne che era legata sentimentalmente a Farina, una maestra delle elementari che viene ritrovata insieme a una 19enne. Dall’autopsia risulta che sono morte da giorni. La procura di Hildesheim, anche qui, alza le braccia: «non c’è traccia di violenza». I vicini raccontano ai giornali tedeschi che Farina lavorava in una panetteria vicino a casa e che si faceva notare perché era sempre, rigorosamente vestita di nero. Uno strano dettaglio che fa il paio con quello notato già dai primi testimoni che hanno esaminato il trio di Passau. La lunga barba bianca del 53enne, la balestra e le frecce, gli scontrini e le tracce che portano a un torneo medievale in Austria. Torsten W. è un appassionato di caccia e un cultore del Medioevo. Nel villaggio della Renania-Palatinato dove viveva, aveva aperto un negozio per appassionati del genere. Dalle vetrine del suo negozio fotografate ieri dalla Bild emerge anche una certa passione per il gotico, per il macabro. I manichini bianchissimi indossano lingerie nera e sanguinano dagli occhi. Cosa ha scatenato dunque i cinque omicidi? I tre di Passau e quelli di Wittingen in che modo sono collegati? E Farina C ha ucciso gli altri prima di togliersi la vita con un colpo di balestra alla gola? Anche le pagine Facebook di Torsten W. sembrano innocue, sembrano alludere a una persona con una passione per tornei medievali, armi e riti cavallereschi. Solo un suo ex padrone di casa, Alexander Krueger, ha raccontato ieri ai microfoni di Rtl di avergli affittato un appartamento dove Torsten W. appariva sempre insieme a una coppia di donne vestite di nero. «Erano sempre truccate di nero e vestite di nero. E lui voleva informazioni da me su certi fucili di caccia». Inoltre lo avrebbe visto «trattarle male», tanto da chiamare la polizia e cacciarlo di casa. Il mistero continua a infittirsi. Ma volendo stare ai fatti, tutto ciò che si sa è quello che ha riassunto il procuratore di Passau, Walter Feiler: «Abbiamo cinque morti. Tutto il resto è un mistero».