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 2019  maggio 14 Martedì calendario

Sui giornali di Cairo si parla spessissimo di Cairo

C’è l’Urbano Cairo imprenditore che risana i conti delle sue aziende; il Cairo Robin Hood che combatte contro l’élite del calcio europeo; il Cairo sportivo che galvanizza il Torino e sponsorizza il Giro d’Italia; il Cairo politico che sferza il governo per chiedere politiche fiscali più sagge. Dove l’abbiamo letto? Sui giornali di Cairo. Dall’estate del 2016 – quando il patron di La7 ha messo le mani sul più grande gruppo editoriale italiano, diventando presidente di Rcs – i quotidiani del gruppo hanno avuto un inevitabile occhio di riguardo per le uscite pubbliche e private dell’imprenditore milanese.
Nell’ultimo periodo quest’attenzione benevola è diventata particolarmente assidua. Su Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport c’è almeno un Cairo al giorno: ogni tanto in prima pagina, talvolta tra le pieghe delle pagine economiche o sportive, sempre comunque con un’enfasi discreta ma assai positiva.
Normale che Cairo ci tenga alla sua immagine. Gli spifferi che vorrebbero il suo ingresso in politica ormai sono una corrente. Potrebbe essere lui – sostengono fonti azzurre – a proporsi come catalizzatore di un polo moderato e “anti-sovranista” all’indomani del 26 maggio e della possibile, definitiva esplosione di Forza Italia.
Cairo, imprenditore di successo e discreto comunicatore, potrebbe raccogliere in qualche modo il testimone del vecchio Berlusconi. Ma come il vecchio Berlusconi c’è una minaccia politica (che poi sarebbe la stessa da 30 anni): la legge sul conflitto d’interessi. La proposta del Movimento Cinque Stelle dovrebbe contenere norme che metterebbero fuori causa non solo Cairo ma un’ampia platea di imprenditori. Sarebbe incompatibile con le cariche di governo, infatti, “la proprietà (…) di un patrimonio immobiliare o mobiliare di valore superiore a 10 milioni di euro”. Luigi Di Maio ieri sera ha smentito questa direttiva, presente nella prima bozza della legge grillina. Dove c’era anche l’incompatibilità per chi detiene “partecipazioni superiori al 2 per cento (…) di imprese che operino nei settori della radiotelevisione e dell’editoria”. Con queste formule non c’è dubbio: le eventuali ambizioni di Cairo sarebbero seppellite ancora prima di vedere la luce.
Intanto però il presidente di Rcs imperversa sui quotidiani di Rcs. Certi giorni in modo piuttosto clamoroso: sul Corsera dell’11 maggio, per dire, Cairo è citato quattro volte in quattro articoli diversi. A pagina 22, in quanto membro della giuria del premio Carli al Senato. Poi nelle pagine sportive, in un articolo sul libro di Ennio Doris su Coppi e Bartali (pubblicato “con la complicità di Urbano Cairo, amico di lungo corso dell’autore”). E ancora, nella stessa pagina, intervistato sul Giro d’Italia. “Il governo faccia come in Francia: adotti la corsa”, suggerisce Cairo. Ha una modesta proposta: “Mi piacerebbe che fosse il presidente della Repubblica a premiare il vincitore”. Il lettore del Corriere gira pagina e chi trova? Urbano Cairo. Che si scaglia contro la Superlega del calcio europeo progettata dalla Uefa. Al presidente di Rcs e Torino è dedicato un sommario con il virgolettato: “È iniquo e inaccettabile. Un campionato dei ricchi non può avere un futuro. Non è una grande idea”.
La battaglia egualitaria di Cairo contro i giganti del football continentale gli vale una costante copertura sulle colonne rosa della Gazzetta (incidentalmente, un altro quotidiano di sua proprietà). Il 10 maggio Cairo è in prima pagina per sfidare l’Uefa. “In Europa sale la protesta. Cairo: ‘Servono i Churchill’”. Il titolo è corredato da fotografia arrembante del presidente, la notizia viene sviscerata in una doppia pagina (10 e 11) che si apre così: “Cairo boccia l’Uefa”. Lo stesso concetto era stato declinato sulla rosea appena due giorni prima (l’8 maggio) in termini assai simili: “Cairo attacca Agnelli e l’Uefa”. Dentro al giornale, altra doppia pagina (“Cairo va all’attacco di Uefa e Agnelli: ‘Poca democrazia’”) e altra grande foto del “leader dei contrari”. A tempo perso Cairo è anche presidente del Torino. E pure le sue dichiarazioni sui granata conquistano spesso titoli accattivanti (“Cairo tiene alta la tensione, Champions mai dire mai”, 12 maggio; “Cairo: Complimenti agli avversari, daranno il massimo anche con gli altri”, 13 maggio).
Il vero fiore all’occhiello però resta il Corsera. Qui il patron è citato una sola volta il 10 maggio (“Rcs ricavi digitali su. Continua il calo dell’indebitamento”, con foto di Cairo), ben tre volte il 9 maggio, un’altra volta l’8 maggio. Il 3 c’è una pagina intera dedicata ai risultati del suo gruppo editoriale (con richiamo in prima e dichiarazione: “Godiamoci questo dividendo che torna dopo lungo tempo”). Il primo maggio c’è un’altra paginata con intervista a Cairo medesimo sul Grande Torino. Il capolavoro è il 30 aprile: nessun articolo sul presidente ma un’imponente fotografia insieme alla figlia Cristina per pubblicizzare la fiera Amart di Milano. Perché, ci dice Cairo, “anche l’antiquariato è una forma di Design”.