Libero, 14 maggio 2019
Al via il Festival dei morti viventi
Stasera a Cannes arrivano i morti viventi. Il festival numero 72 ha scelto di partire, curiosamente, con un film popolato da zombi. Ma curiosamente fino a un certo punto il regista del film inaugurale The Dead Don’t Die (I morti non muoiono) è Jim Jarmusch che ebbe il gran battesimo sulla Croisette una trentina d’anni fa. Da allora uno dei cocchi della Mostra. Ma la selezione è tutta all’insegna della “coccaggine”. L’elenco dei film in concorso è zeppo di tanti passati vincitori della Palma, da Ken Loach ai fratelli Dardenne, da Terence Malick ad Almodovar, a (perché no?) Marco Bellocchio che un paio di lustri or sono ebbe qui il suo maggior successo internazionale (con Vincere sul giovane Mussolini). Jarmusch stasera è il gran festeggiato e ha messo subito le mani avanti. Il suo film “zombico” è tutto da ridere (e come non credergli dal momento che per fare l’eroe, lo sceriffo che difende la città dai dead men ha preso Bill Murray?). manica larga Forse memori delle magre dello scorso anno (quando gli organizzatori per fare i rigorosi rinunciarono a molti film importanti), quest’anno la selezione è stata di manica larga. E difatti è in concorso Dolor y gloria di Pedro Almodovar che in Spagna hanno già visto tutti. E difatti potrebbe entrare in competizione con C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino che finora non ha visto nessun. Favoriti per la vittoria finale anche i fratelli Dardenne (due Palme d’oro) con Il giovane Ahmed, che un tempo per l’argomento sarebbe stato scartatissimo dai radical chic di Cannes. Perché l’Ahmed sembra proprio politicamente scorretto. Il protagonista è uno studente arabo che progetta di uccidere la sua insegnante. Non perché gli sia antipatica, tutt’altro ma perché glie l’hanno ordinato in nome di Allah. Comunque i radical avranno il loro contentino. Ma da chi? Ma dall’eterno Ken Loach naturalmente. Il comunista più duro, puro (e incorreggibile) del cinema a britannico porta Sorry we missed you, invettiva contro il capitalismo nella sua stagione più buia dell’ultimo mezzo secolo, cioè quell’ottobre 2008 che regalò all’occidente la sua più forte crisi economica dal crollo di Wall Street del 1929. I personaggi principali sono i componenti di una famiglia che passa dall’agiatezza al sorpasso della soglia di povertà nel giro di poche settimane. gli outsider Sempre tra gli autori con la a maiuscola sono attesi al varco dopo qualche anno di silenzio, Terrence Malick e Marco Bellocchio. Malick divenne un numero uno proprio qui sulla Croisette 40 anni fa con I giorni del cielo. Ma i suoi film seguenti hanno avuto solo successi di stima. Ora Terrence sembra aver ripreso lena con A hidden life storia di un intellettuale tedesco che si dichiara obiettore di coscienza proprio mentre Hitler sta per entrare in guerra (all’epoca certe obiezioni si pagavano con plotone di esecuzione). Poi c’è Bellocchio. Il suo Traditore com’è noto è la storia di Tommaso Buscetta, il più famoso dei pentiti. Lo impersona Pier Francesco Favino che nei trailer abbiamo visto dichiararsi non pentito, sempre uomo d’onore e anche anche stringere la mano all’attore che impersona Giovanni Falcone. Staremo a vedere. Noi in Italia lo vedremo giovedì 23 subito dopo la presentazione a Cannes. Last but not least chi ricomparirà dopo qualche secolo sulla Croisette? Il vecchio indistruttibile Claude Lelouch. Per il suo Les plus belles annees d’une vie (con Anouk Aimee e Monica Bellucci) non gli han dato il concorso, ma una presentazione in pompa magna, sì.