Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  maggio 13 Lunedì calendario

La rossa Lilli Gruber

L’alleanza Lega – 5 Stelle si sta esaurendo, non ha più ragione di esistere ed è destinata a sciogliersi nelle polemiche. Le due componenti della maggioranza sono ormai ai ferri corti, non hanno futuro, e ormai lo hanno capito tutti, perfino Di Maio e Salvini che pertanto aspettano il pretesto per rompere l’unione. Attendiamo il casus belli. Poi discuteremo. Intanto mi limito a osservare e a valutare i media, impegnati a combattere il governo, soprattutto la componente nordista. La tv è la più scatenata nel dare addosso a Salvini, descritto addirittura come fascista irredimibile solo perché ha pubblicato un libro con una casa editrice non allineata a sinistra. Un paio di sere fa ho seguito Otto e mezzo, programma condotto da Lilli Gruber, una ottima giornalista attempata che negli anni si è trasformata in donna di spettacolo. Lei è sempre stata brava e gliene diamo atto. Ma recentemente dimostra di essere il capo ufficio stampa della sinistra, che evidentemente ama. Nel suo salotto invita soltanto personaggi amici suoi, e questo non è un problema ma va segnalato: De Angelis è diventato il suo cocco, e va bene, poi invita una giornalista di Oggi il cui nome non ricordo, ma è lo stesso, poi chiama Cacciari e Travaglio e vari personaggi progressisti, tutta gente schierata contro il Carroccio. Un paio di giorni fa ha convocato in studio il responsabile del Viminale e ha fatto di tutto per non fargli concludere un discorso, lo ha massacrato usando l’arte cafona dell’interruzione con la intenzione di fargli fare una figura di merda. Obiettivo colto in pieno. Insomma alla Gruber bisogna riconoscere il merito di essere migliore di Zingaretti nel fare propaganda al Partito Democratico. Il suo programma ha fatto un salto di qualità: da giornalistico è diventato un teatrino tardomarxista, in cui l’oggettività è stata abolita in favore della faziosità politica, e ciò costituisce motivo di grande divertimento per gli ascoltatori smaliziati, pronti a cogliere le stupidaggini polemiche proposte dalla conduttrice onde sputtanare i partiti che le stanno sulle scatole. Ho contato le parole che Lilli ha pronunciato per intervistare Salvini, sono state il doppio rispetto alle risposte di Matteo. Quando l’intervistatore parla più dell’intervistato è chiara l’intenzione: impedirgli di esporre le proprie ragioni. Dal punto di vista giornalistico questa pratica può essere definita una porcata, ma da quello dei progressisti è un grande merito. La Gruber in sostanza sarebbe pronta per Botteghe Oscure se ci fossero ancora, invece non ci sono più e allora i suoi sforzi per appoggiare gli eredi dei comunisti hanno un senso solo: rompere le balle agli spettatori.