la Repubblica, 13 maggio 2019
Lo sciopero del sesso in Georgia
Anche se è impossibile misurare l’adesione a uno sciopero così insolito (e intimo), la protesta della attrice ed ex-cantante italo-americana, Alyssa Milano, contro la legge super-restrittiva in materia di aborto dello Stato della Georgia, sta avendo grande risonanza in tutti gli States e mobilitando le star di Hollywood. Milano, 46 anni, diventata famosa per le serie tv Melrose Place e Streghe, ha invitato tutte le donne americane a partecipare assieme a lei a uno sciopero del sesso fino a quando – ha spiegato in un tweet – «non ci sarà restituita l’autonomia del nostro corpo». Anche Bette Midler – tre Grammy, tre Emmy, 30 milioni di dischi venduti (e 76 anni) – ha subito aderito alla campagna ribattezzata #SexStrike. Tutto è cominciato quando la Georgia, seguendo l’esempio di altri stati americani molto conservatori, dal Mississippi al Kentucky, ha introdotto la legge chiamata del «battito cardiaco». In pratica vieta ogni interruzione di gravidanza, tranne in casi di stupro o incesto, quando i medici sono in grado di sentire con lo stetoscopio, durante la gravidanza, il cuore che batte.
Ciò avviene di norma entro le prime sei settimane, quando a volte le donne non sanno neanche di aspettare un bambino. Durante l’iter di approvazione della legge, che di fatto bloccherà la maggioranza degli aborti nello Stato, Hollywood aveva già espresso le sue preoccupazioni. Attori celebri come Amy Schumer, Alec Baldwin e Sean Penn avevano già ipotizzato, per protesta e come deterrente, uno spostamento altrove delle attività dell’industria cinematografica, che in Georgia dà lavoro a 92mila persone. Ma mercoledì scorso il governatore repubblicano ha ratificato il provvedimento sul battito cardiaco, che entrerà in vigore il 1° gennaio. Di qui la nuova campagna #SexStrike, che infiamma in queste ore i social media. Lo sciopero del sesso ha avuto vari precedenti: nel 2003 in Liberia per fermare la guerra civile (a lanciarlo fu Leymah Gbowee, che ricevette il premio Nobel), nel 2009 in Kenya con il motto «no vote, no sex», nel 2010 nella città colombiana di Pereira. Ma tra decine di migliaia di tweet delle ultime ore, Milano ha ricevuto anche critiche aspre. «Le intenzioni sarebbero buone ma #SexStrike è un’idea sbagliata e sessista», ha tuonato un suo detrattore. «L’astinenza è l’antitesi di un mondo arricchito dalla sessualità», ha osservato un altro, sottolineando l’incongruenza di uno sciopero che colpisce anche le donne, privandole dello stesso piacere sessuale.