Corriere della Sera, 13 maggio 2019
La scuola nel tempio della massoneria
ROMA Mercoledì 15 maggio lezione con grembiulini: la scuola si fa nel Tempio della Massoneria. Solleva interrogativi e sospetti tra genitori e insegnanti l’iniziativa di un professore del liceo romano Virgilio, Maurizio Cosentino: invitare gli studenti a una «visita con conferenza e dibattito, a cura del professor Carlo Ricotti, Presidente del Collegio circoscrizionale dei venerabili Maestri del Lazio, presso Casa Nathan, sede delle Logge romane del Grande Oriente d’Italia con l’apertura straordinaria del Tempio massonico e l’intervento del Gran Maestro Stefano Bisi».
Dubbi nati, nelle chat, prima in sordina: «Potenzialmente interessante, ma gli studenti siano informati (nel Liceo e non da chi li ospiterà), su quali deviazioni ha fatto in Italia» (Walter). «Non è da demonizzare, ma un filtro obiettivo si impone» (Susanna). E poi, via via, più allarmati: «Vi pare che i ragazzi devono dedicarsi alla Massoneria?!?» (Ivana). «Sarò paradossale: abbiamo considerato inopportuno l’intervento senza contraddittorio di un Br nella scuola e ci va benissimo quello in una sede della Massoneria?» (Sabina).
Ma cosa prevede l’incontro? Il professor Ricotti assicura: «Nessuna volontà di reclutamento. Ce l’ha proposto il professor Cosentino, che conosciamo bene. Pensiamo che aprirci al mondo “profano” possa offrire un punto di dibattito sul contributo dato dalla Massoneria alla società italiana dal Settecento in poi. E ai nostri valori». Anche quelli democratici? «Noi abbiamo difeso la democrazia con il mitra in mano, 20 massoni sono stati trucidati alle Fosse Ardeatine. E i nostri saggi giurano fedeltà alla Costituzione», s’inalbera Ricotti.
E sulle obiezioni relative alle ombre di collusioni con la criminalità il Gran Maestro Bisi è netto: «Riguardano la massoneria illegale come hanno di recente spiegato magistrati di Reggio Calabria e Trapani. Se poi si allude alla P2 è la nostra pagina nera, ma dalle forze dell’ordine alle parrocchie, chi non ne ha?». Agli studenti, anticipa, «apriremo il Tempio dove svolgiamo le riunioni rituali con grembiuli e compassi. Racconteremo la nostra storia. Le nostre iniziative benefiche. I nostri valori: forza, sapienza e uguaglianza. Noi non escludiamo nessuno». Ora ci sono anche le donne? «Da noi no, ci rifacciamo ai costruttori di cattedrali: solo uomini».
Seccato per l’intrusione nella sua autonomia didattica il professor Cosentino spiega: «Non li porto in un postribolo o in una cosca mafiosa. Ma a una lezione di storia sull’Illuminismo». Lamenta «strumentalizzazioni». E assicura: «Non sono massone». Nella premessa all’incontro, cancellata dal sito, aveva scritto: «La Massoneria non è un partito, una chiesa, un club e soprattutto un’associazione a delinquere. Ma di uomini liberi che in conformità all’articolo 18 della Costituzione hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini non vietati. Occorre conoscerla, magari per tenersi i propri pregiudizi».