Corriere della Sera, 12 maggio 2019
Differenza tra nazionalismo e sovranismo
Sembra che nel linguaggio politico corrente nazionalismo e sovranismo siamo diventati sinonimi. È un errore che rischia di confondere le idee e di rendere il dibattito nazionale ancora più fumoso e impreciso. Il nazionalismo è una ideologia che ha sempre avuto bisogno, per accendere gli animi e conquistare consensi e seguaci, di un nemico esterno, preferibilmente ereditario: l’Austria-Ungheria per l’Italia Risorgimentale, la Gran Bretagna per gli irlandesi cattolici, la Russia zarista o bolscevica per i polacchi, la Turchia per i greci. Questo nazionalismo è responsabile di molti conflitti, ma occorre riconoscere che in alcuni momenti ha avuto una parte non indifferente nella formazione degli Stati nazionali. Il sovranismo è un fenomeno più recente. Come il nazionalismo ha bisogno di un nemico per meglio mobilitare i suoi accoliti e partigiani. Ma questo nemico è soprattutto interno. Anche se ispirato da fattori e forze internazionali il nemico dei sovranisti è il sistema di principi, regole e valori che hanno governato il Paese negli anni precedenti. Nel caso dell’Italia e di molti altri membri dell’Unione Europea il detestato «sistema» comprendeva la democrazia rappresentativa, l’economia sociale di mercato, i diritti delle minoranze, la parità dei sessi, una crescente apertura ai sessualmente diversi, il diritto all’aborto, alla salute, alla educazione, all’asilo; combatteva la criminalità, ma con l’esclusione della pena di morte e la convinzione che ogni criminale possa essere rieducato. Sul piano internazionale il «sistema» esigeva la tutela degli interessi nazionali, ma non mancava di ricordare agli italiani che in un mondo dominato da giganti soltanto la creazione di una Europa unita avrebbe garantito il nostro futuro. I partiti sovranisti hanno agende nazionali alquanto diverse e non riusciranno mai a creare una Internazionale Sovranista. Ma hanno almeno due posizioni largamente condivise. In primo luogo credono che le nuove tecnologie permettano di rinunciare alla democrazia rappresentativa per inaugurare l’era della democrazia diretta. Secondo il Movimento Cinque Stelle una piattaforma elettronica può sostituire i parlamenti e restituire al popolo una sovranità perduta. In secondo luogo i partiti sovranisti sono riusciti e diffondere la convinzione che la Commissione di Bruxelles abbia penalizzato l’economia italiana per favorire quella di altri Paesi fra cui la Germania. Vi sono almeno due inconvenienti. La democrazia diretta finisce sempre per favorire la nascita di regimi autoritari e di uomini forti. La Commissione di Bruxelles ha certamente commesso qualche errore, ma ha creato vincoli e istituzioni che hanno giovato all’intera Europa e a cui è molto difficile rinunciare. Il Paese che ha cercato di farne a meno, la Gran Bretagna, non riesce nemmeno a trovare la porta d’uscita.