Il Messaggero, 12 maggio 2019
Il caso Marsico
Una questione di partito. Questo, stando alle carte dell’inchiesta della Dda di Milano su tangenti e appalti in Lombardia, era diventato «il caso Marsico», ovvero la ricerca di un posto per l’ex socio di studio del governatore Attilio Fontana poi entrato (con delibera di giunta dello scorso ottobre) nel Nucleo di valutazione degli investimenti della regione.
«COME GIORGETTI»
La nomina è costata a Fontana, che domani pomeriggio sarà interrogato dai pm, un’accusa per abuso d’ufficio. E chi subodorava guai era Gioacchino Caianiello, l’ex coordinatore provinciale di Varese che nelle intercettazioni dispensa al presidente consigli sulle nomine in giunta, tanto da chiedere l’intervento di Matteo Bianchi, deputato leghista. Nino Caianiello, non per nulla detto «il manovratore», aveva la soluzione al problema: nominare Giuseppe Zingale come direttore generale alla formazione regionale e lui, in cambio, avrebbe fatto in modo di affidare a Marsico le consulenze di Afol, l’agenzia per l’impiego. Stando all’informativa finale della guardia di finanza di Busto Arsizio, Fontana però tituba. Così Caianiello chiede a Bianchi «con la complicità di Andrea Mascetti, già supervisore della segreteria federale della Lega, di intervenire con Fontana affinché accetti la sua proposta». Spiega Nino: «Quindi su Attilio, io quello che devo fare l’ho fatto. Quando ci troviamo, tu con Andrea e compagnia bella, bisogna fare in modo che ascolti perché lui Andrea lo ascolta... lui lo subisce Andrea e io lo vedo. Ma Andrea è intelligente, perché lui non compare mai, è come Giorgetti. E così deve essere». Il governatore tuttavia, rivelano gli atti, ha altri piani: «Sto andando avanti in un’altra direzione. Dovrei avere la risposta definitiva per la mia cosa, poi confrontiamo le due ipotesi e vediamo quale sia la migliore». Quando Fontana gli riferisce di aver parlato della questione Marsico con il governatore della Liguria Giovanni Toti, Caianiello si arrabbia e ammonisce il presidente sul pericolo di esporsi in prima persona: «Gli ho detto: Guarda, tu questa cosa non la devi fare, perché domani mattina quando esce una cosa del genere la collegano con te, tu sei nell’occhio del ciclone. Sei il presidente della Lombardia! Ti vengono a curare ogni singola cosa, il tuo punto debole oggi è Luca». E che si tratti proprio del posto nel Nucleo di valutazione lo si apprende da una telefonata del 25 ottobre 2018 tra Nino e l’imprenditore Paolo Orrigoni: «Attilio Fontana ha nominato dieci esperti per il comitato di controllo, tra i quali Luca Marsico». Commento del manovratore: «Metti il socio di studio di tua figlia, lascia stare, per 11.500 euro all’anno? Ma porca pu...na, io non navigo nell’oro, ma sei io dovessi andare in giro a rompere i co...oni per 11.500 euro e mettere a rischio me, no?».
SARDONE BOCCIATA
Eppure, si legge nell’informativa, il governatore si fida di Caianiello. «Hai visto che i tuoi consigli li ho seguiti quasi tutti, nel senso che la nuova giunta non è male, secondo me», gli dice. Replica Nino: «Non te ne pentirai, vedrai». Anche se è scontento per la mancata nomina in giunta dell’azzurra Silvia Sardone, eletta in consiglio regionale con un alto numero di preferenze. Giustificata così dal presidente: «Se avessi nominato la Sardone oggi i giornali direbbero: in quel ruolo non puoi metterla. O la mettevi allo sport o a un assessorato del ca..o, allora poteva starci. Ma è un gioco interno nostro, tu non c’entri».