Il Messaggero, 12 maggio 2019
Geppi Cucciari parla de L’uomo che comprò la luna: la commedia scritta insieme a Barbara Alberti e diretta da Paolo Zucca
Geppi Cucciari, attrice, è nata a Cagliari.
Un piccolo miracolo: L’uomo che comprò la luna, la commedia di Paolo Zucca ambientata in Sardegna (con Jacopo Cullin, Benito Urgu, Stefano Fresi, Francesco Pannofino) dopo aver sbancato i botteghini dell’isola è sbarcato in Continente dove ha incassato finora 420 mila euro.
Un risultato che nessuno poteva aspettarsi nel box office dominato da blockbuster come Avengers e Pokémon. Appare felicemente sorpresa anche Geppi Cucciari, sarda doc, che dell’irresistibile film di Zucca ha scritto la sceneggiatura con il regista e Barbara Alberti. «L’uomo che comprò la luna è arrivato al cuore del pubblico di tutta Italia, non solo nella mia isola dove la gente si è messa in fila: il merito è del passaparola, l’unico riconoscimento attribuito da una figura che non riceve alcun premio ma a cui chi fa i film deve tutto: lo spettatore», ragiona Geppi che nell’opera prima di Zucca, L’Arbitro, interpretava la scontrosissima Miranda.
RIEDUCAZIONE«Anche questa volta il pubblico ha apprezzato l’ironia e il romanticismo della storia, due valori universali che trascendono l’identità dei personaggi e delle ambientazioni. Al di là dei riferimenti antropologici riconducibili alla Sardegna, il film è un omaggio all’animo umano perché parla di lealtà, dignità, sentimenti. E dell’importanza delle radici: chi le ha solide può andare dovunque». Un soldato che nasconde la propria sardità dietro l’accento milanese e viene perciò rieducato a colpi di strumpa, l’antica lotta locale, bevute di filu ’e ferru e murra (la morra gridata), un pescatore che ha comprato la luna per regalarla alla moglie, due agenti segreti decisi a recuperare la proprietà del nostro satellite per conto degli americani: questi i protagonisti della storia che gioca allegramente con gli stereotipi della Sardegna. E come si è trovata con Barbara Alberti? «Benissimo, avevamo già lavorato insieme al personaggio di Miranda per L’Arbitro. Barbara è colta, generosa, attenta, empatica, pronta a condividere i suoi pensieri sempre interessanti», risponde Geppi. Va aggiunta la refrattarietà ai luoghi comuni, la stessa dote che ha portato l’attrice e conduttrice, 45 anni e un’ironia corrosiva spalmata a 360 gradi su cinema, teatro, tv e letteratura, a concepire con Luca Bottura Rai Pipol, in onda su Rai3 il sabato dopo mezzanotte. Protagonista è la gente comune divisa per categorie: i nonni, i condomini, i secondi arrivati...
«In una tv che punta ossessivamente sulle celebrità, abbiamo messo al centro dello show delle persone non famose, tutti hanno storie ed esperienze da raccontare», spiega Geppi. E quanto è difficile proporre programmi basati sulle idee in una tv spesso ripetitiva e consegnata ai format? «Nel direttore di Rai3, Stefano Coletta, ho trovato un interlocutore meraviglioso che mi ha lasciato la massima libertà».
IL FUTUROLa stessa che Geppi ha avuto dal Quirinale quando, un paio di mesi fa, ha spiritosamente presentato i candidati dei David di Donatello a Sergio Mattarella ravvivando una liturgia ingessata. Nel futuro di Cucciari, che ogni giorno conduce su Radio1 Un giorno da pecora, ci sono un nuovo libro e la ripresa del monologo teatrale Perfetta, «la celebrazione della specificità femminile». Da firmataria del documento Dissenso comune, pensa che la mobilitazione anti-molestie abbia portato dei risultati positivi? «Ognuno, nel suo piccolo, sa se questi risultati ci sono stati», risponde, «spero che la mobilitazione serva a responsabilizzare gli uomini sulle conseguenze: ormai gli abusi vengono denunciati». Il prossimo obiettivo? «Fare sempre meglio quello che faccio. E magari girare un film, ma in un ruolo drammatico».