Il Messaggero, 12 maggio 2019
Luca Parmitano: «La spedizione Beyond aiuterà le future missioni sul satellite. Il vero nemico? Il cambiamento climatico»
Luca Parmitano, astronauta, è nato a Paternò (Sicilia).
«Volete un nemico comune per mettere fine a ogni divisione?».
Non ha ancora una spada laser da roteare mentre arringa la folla, ma il comandante astronauta Luca Parmitano è ugualmente trascinante nel lanciare il manifesto della sua seconda missione sulla stazione spaziale internazionale dal 20 luglio, magnifica coincidenza con il 50° anniversario dello sbarco dell’uomo sulla Luna.
Ecco, Parmitano, 42 anni, catanese, sposato con l’americana Kathy, le figlie Sara e Maia che nel frattempo hanno compiuto 9 e 12 anni, parla appunto all’uomo, all’Umanità, chiedendo il permesso a cronisti e dirigenti di Esa e Asi accolti nella sede di Frascati dell’Agenzia spaziale europea che organizza la missione Beyond, oltre.
PASSEGGIATE Vuole dire qualcosa oltre la spedizione che porterà il tenente colonnello dell’Aeronautica militare per quasi 200 giorni nello spazio con passeggiate a 400 chilometri di altezza e un poderoso programma di esperimenti anche targati Italia: «Si sentono, non solo in Europa, sempre più forti venti di divisioni, di arroccamenti, di spinte centrifughe e allora a voi del mondo dell’informazione chiedo di raccontare che c’è un’Europa che tutta insieme sostiene il progetto di portare l’uomo nello spazio, di nuovo sulla Luna e poi su Marte».
Nessun riferimento alle imminenti consultazioni europee, nessuna sottolineatura, ma a Frascati dall’immensità dello spazio si è subito precipitati sulla Terra: «Insieme perché solo così è possibile continuare queste esplorazioni che soddisfano l’innata sete di nuovo dell’uomo e che migliorano la nostra vita di tutti i giorni. La corsa allo spazio porta ispirazione e progresso con risultati assai superiori a quello che viene investito. Cancellando i progetti spaziali in Italia e in Europa non ricaveremmo nemmeno i soldi per quello che si spende per la carta igienica nelle scuole o per costruire un’autostrada».
Ma non è finita. «E poi se, non solo in Europa, serve un nemico comune per unire le forze di tutti gli uomini, perché purtroppo si sente dire che senza la paura di un avversario non emerge la voglia di allearsi, di fare squadra, ve lo indico subito: volete un nemico? Non cercatelo in altri esseri umani, ma nei cambiamenti climatici: ho due figlie e credo nel futuro».
Parmitano, che è anche tenente colonnello pilota dell’Aeronautica militare, torna in orbita dopo la missione Volare del 2013.
«Spero di fare di nuovo anche attività extraveicolari (è stato il primo italiano a compierle, ndr) per la manutenzione dell’Iss: le chiamiamo passeggiate anche se passeggiate proprio non sono visto che richiedono lo stesso sforzo dei prima 30 chilometri della maratona. E poi ci sono gli esperimenti scientifici, tantissimi, che puntano anche a favorire il ritorno dell’uomo sulla Luna e lo sbarco su Marte. Gli allunaggi? Li sogno fin da bambino e in teoria, come età, potrei pure partecipare alla nuova epopea lunare, tra meno di dieci anni, che vedrà la partecipazione anche di aziende private: quando ero bambino era comunque il tempo dei primi Shuttle, sono stati i loro voli a rapirmi dalla tv in bianco e nero».
Parmitano, che sarà anche primo comandate italiano sull’Iss, ha parlato davanti al direttore generale di Agenzia spaziale europea, Jan Woerner, e al neo presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, appena insediatosi dopo la burrascosa rimozione di Roberto Battiston a novembre e il breve mandato del commissario straordinario Piero Benvenuti.
LA SPESAE proprio Woerner, a proposito della domanda nata insieme alle esplorazioni spaziali («Perché si spendono tanti soldi?») ha raccontato di una ricerca effettuata su un campione di cittadini europei ai quali è stato chiesto quanto costano a testa, secondo loro, le missioni spaziali. Le risposte hanno dato una media di 245 euro ciascuno ogni anno, ovvero una percezione che va dalle 12 alle 24 volte rispetto la realtà. Per l’Esa, ogni cittadino europeo, ogni italiano, mette 10 euro l’anno (uno per le attività degli astronauti), altrettanti per l’Asi. E ogni euro investito frutta un ritorno, per le aziende europee, che arriva a 6 euro, con benefici formidabili per il progresso nel campo della tecnologia, della medicina, dell’ambiente. E della voglia innata dell’uomo di spingersi Beyond, oltre.