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 2019  maggio 11 Sabato calendario

A 71 anni torna a fare il medico gratuitamente

Quota 71. «Lo faccio per la mia comunità. E non posso né voglio chiedere soldi». Francesca Sordo è in pensione dal gennaio del 2013. Già primario di anestesia dell’ospedale Mater Salutis di Legnago, in provincia di Verona, a 71 anni ha deciso di tornare a indossare il camice bianco per contribuire ad arginare l’assenza di anestesisti nel nosocomio veronese. In un momento di emergenza per la sanità veneta, tra potenziali pensionati di Quota 100, proteste sindacali e richieste di assunzioni all’estero, Sordo tornerà nei corridoi del suo reparto. E lo farà gratuitamente. È il primo caso di volontariato medico in un ospedale del Veneto.

I sindacati, pochi giorni fa, hanno proclamato lo stato di agitazione generale per la mancanza di medici e di personale sanitario. Secondo la Cgil veneta, i possibili pensionati di Quota 100, la riforma introdotta dall’ala leghista del governo di Giuseppe Conte, sarebbero 3.200 nel comparto e 1.300 tra i medici. Per fermare l’emorragia della sanità, la Regione Veneto governata da Luca Zaia, in quota Lega, ha programmato una serie di concorsi per l’assunzione di circa 2.500 unità nel giro di pochi mesi. Alla fine di aprile, invece, era stata vagliata l’ipotesi di mettere sotto contratto 400 medici stranieri.

A Legnago, nel Veronese, Sordo ha deciso di tornare in corsia. Nel suo ramo: quello dell’anestesia. «Ho visto che c’era una reale necessità da parte di chi vive a Legnago, nella Bassa veronese e in quella parte della provincia di Rovigo che fa riferimento al nostro ospedale», ha spiegato la specialista. «A farne le spese sono le persone più deboli, come gli anziani, che devono trovare qualcuno che li accompagni in altri ospedali per ridurre i tempi. E non tutti hanno familiari che possano farlo».

«Ricominciare a lavorare al Mater Salutis è un nuovo tipo di volontariato, un modo di stare accanto a chi ha davvero bisogno». Gratis. «Sono stata chiara: ho chiesto di mettermi a disposizione per alcuni turni, in modo da consentire il lavoro di équipe che altrimenti verrebbe rimandato. Non voglio sostituire nessuno: se ci saranno abbastanza anestesisti me ne andrò ben volentieri».

Nell’ospedale di Legnano gli anestesisti sono 11. Ma dovrebbero essere 20. «Sono seriamente preoccupata: il Mater Salutis serve un bacino molto ampio, ma per quanto riguarda gli anestesisti è sottodimensionato anche rispetto agli altri ospedali veronesi», ha sottolineato Sordo. «Gli anestesisti, insieme con i medici del pronto soccorso, sono le figure più difficili da reperire. Sono tra le specialità meno pagate e più rischiose. È comprensibile che un neolaureato, potendo, scelga altro, magari qualcosa che renda in libera professione. Ma è anche vero che la politica e le Università hanno sbagliato i conti: è almeno un decennio che questo problema è noto».

Sordo, che a Legnago ha ricoperto anche la carica di assessore ai Servizi sociali in una giunta Pd, si è accordata con la Usl scaligera per rimettere il camice senza alcun compenso. «Questa scelta è un impegno, certo, ma un peso solo fino a un certo punto», ha detto ancora l’anestesista al Corriere del Veneto. «Non saprei stare senza il mio lavoro. Per me tornare in corsia è come prendere una boccata d’ossigeno».