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 2019  maggio 11 Sabato calendario

I settant’anni del ponte aereo. Durò 324 giorni, costò la vita a 70 piloti, salvò Berlino

Un arco, il Betonfinger, il dito di cemento, sorge innanzi all’aeroporto di Tempelhof, chiuso da anni perché ormai in pieno centro abitato. Il monumento, eretto nel ’51, ricorda il ponte aereo che dall’inizio d’estate nel ’48 fino alla primavera del ’49, salvò i berlinesi occidentali. Un’impresa straordinaria ritenuta impossibile. Domani a Tempelhof, l’aeroporto degli Anni Venti, che per decenni fu il più grande edificio al mondo, si celebra il 70° anniversario di una sfida che sembrava impossibile. Il Deutsche Mark era nato il 21 giugno dell’anno prima, stampato negli Stati Uniti, senza l’indicazione della Banca d’emissione, figlio di nessuno, anzi figlia perché marco in tedesco è femminile. Ma era valido solo nel settore occidentale della città divisa, il Deutsche Mark giunse a Berlino tre giorni dopo, le luci si spensero il 24 giugno. I sovietici bloccarono i treni e tutte le vie di accesso. Iniziò l’ultimo assedio della storia, Berlino chiusa dalla morsa del nemico come una fortezza medioevale. Gli alleati, occupanti del settore occidentale, sarebbero stati presi per fame e costretti a abbandonare i loro quartieri concessi da Stalin.
Il governatore del settore americano, il generale Clay, un uomo del Sud degli Usa, nato in Georgia, dapprima pensò di far scortare i convogli con i viveri da reparti corazzati che avrebbero aperto la strada. Il presidente Truman si oppose: si sarebbe rischiato di far scoppiare la Terza Guerra mondiale. Gli americani erano stanchi, nell’opinione pubblica dominava l’idea di abbandonare Berlino, o quel pezzo di metropoli ai sovietici. Molti politici e militari erano d’accordo. Nessun giovane americano avrebbe dovuto ancora morire per quei quartieri ridotti in macerie, per i berlinesi complici di Hitler.
Clay chiese al suo collaboratore, il generale William H.Tunner, se fosse possibile portare viveri, medicinali, carbone per via aerea per i due milioni di berlinesi. Tunner rispose: possiamo portare tutto ovunque. Il 26 giugno inizia il ponte aereo che durerà 324 giorni, finché i sovietici desisteranno. I primi tre mesi si svolgono nel caos, poi l’operazione diventa routine, un meccanismo perfetto che funziona rispettando i secondi. Gli aerei girano in spirale abbassandosi sulla città, sempre più bassi, atterrano ogni tre minuti, per non perdere il ritmo possono compiere solo un tentativo, poi devono tornare indietro con il carico. Partivano da Lubecca, da Francorte, da Celle, sorvolavano il territorio nemico per 180 chilometri, e dovevano rimanere entro il corridoio aereo largo 32 chilometri, chi sconfinava rischiava di essere abbattuto. Si scaricacava entro 14 minuti e si tornava indietro, ogni pilota compiva tre viaggi al giorno, sei ore di sonno e iniziava il nuovo turno.
Clay ha a disposizione 249 aerei da trasporto C-54 e 154 apparecchi britannici di diversi tipi, Si comincia trasportando 4.500 short tons (907 chili) ogni 24 ore, a gennaio si arriva a 5.541 short tons, in marzo a 6.328. I rosinenbomber, i bombardieri dell’uva passa, come vengono chiamati, salvano i berlinesi dalla fame e dal gelo. Il sabato di Pasqua del ’49, il 16 aprile, si stabilisce il record con 10mila tonnellate. In tutto per il riscaldamento e per le centrali elettriche verranno trasportate un milione e mezzo di tonnellate di carbone. Ma non si dimenticano neanche le caramelle per i bambini.
I sovietici si arrendono: il 12 maggio, si pone fine all’assedio. Il ponte continuerà fino a settembre, fino al ritorno alla normalità. Berlino è salva, il ponte aereo è costato la vita a settanta piloti e membri dell’equipaggio precipitati con il carico al decollo o all’atterraggio.
E, ma quasi per timore di pronunciare il nome Deutschland, al plurale, i due Stati vengono indicati con due sigle, sarà Brd e Ddr, in italiano Rft e Rdt, in francese Rfa e Rda, in inglese Frg e Gdr. Un tourbillon di sigle per esorcizzare il nome Deutschland. È una storia che ci riguarda da vicino. A novembre si celebrano i trent’anni della caduta del muro, ma la divisione iniziò con il Deutsche Mark e con il ponte aereo. E la fine del muro, fu pagata con la fine del marco, e la nascita dell’euro.