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Adriana Volpe parla con chiarezza: «Ho voluto denunciare anche per le donne che non hanno il coraggio di farlo, perché la prima cosa nella vita è il rispetto». Giancarlo Magalli è stato rinviato a giudizio per diffamazione nei confronti della conduttrice. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano, come riporta il sito Dagospia. Una guerra verbale iniziata due anni fa in tv («Sei una rompipalle») e continuata sui social con insinuazioni sulla professionalità della collega. Magalli dovrà quindi presentarsi in aula, il 15 luglio, per la prima udienza del processo. Il magistrato ha accolto la richiesta di Volpe che era ricorsa ai legali dopo un’intervista rilasciata dal conduttore a Chi nel 2017, in cui aveva usato parole durissime.
Signora Volpe, riassumiamo la vicenda?
«Volentieri. I procedimenti legali sono due. A Roma per le dichiarazioni che Magalli ha postato sui social, a Milano per l’intervista su Chi. Ho portato avanti con fatica e convinzione le querele per tutelare me stessa e la mia famiglia. Sono sposata e ho una figlia di sette anni».
Cosa l’ha offesa di più?
«Si deve reagire alle discriminazioni, non accettare frasi che infangano la dignità. Un uomo non può denigrare il lavoro di una donna, fare insinuazioni. In Rai ci sono migliaia di segretarie, giornaliste, autrici: secondo lei sono l’unica ad aver subito angherie e soprusi?».
Forse no. Dopo la querela come ha reagito la Rai?
«Mi hanno mandato una lettera di richiamo in cui mi chiedono di tenere un profilo basso e non dare interviste. Mi hanno lasciata sola. Magalli dichiara su Diva e donna del 5 febbraio 2019: “L’ho subita per otto anni, professionalmente non la ritengo capace. Ho creato un incidente apposta”. Dice che lavoro da vent’anni in Rai grazie a una persona sola».
La guerra sui social, i post, le battutacce: poi che succede?
«Mi spostano a Mezzogiorno in famiglia, che il direttore di Rai 2 Carlo Freccero chiuderà. Scelta legittima. Ma quale donna ha il coraggio di denunciare se viene demansionata e resta senza lavoro? L’azienda non ha mai voluto prendere posizione, non si è dissociata. Ospite da Gramellini riferendosi a me, Magalli ha detto: “Non la nomino, campa di questo”; in studio da Giletti ha dichiarato: “Non parlo con le bestie”».
Domanda da avvocato del diavolo: che gli ha fatto?
«Abbiamo lavorato otto anni insieme, non so quale sia il motivo scatenante, l’ho chiesto anche agli autori. È legittimo non andare d’accordo con qualcuno. Posso piacere o non piacere ma come donna devo essere rispettata. Quello che so è che in passato Magalli ha sempre cambiato le partner, il programma si identificava con lui. Forse ho offuscato qualcosa, non riesco a dare una giustificazione».
Non si è fatta un’idea?
«No. Lui ha detto: “Non ce l’ho con le donne, ma solo con lei”. Tu puoi sfregiare una donna anche con le parole, se infanghi la sua dignità. Sedimenti talmente tante battutacce che alla fine dici basta. Nessuno può permettersi di insultarti. Ho alzato la testa e ho avuto il coraggio di fare una battaglia legale dura. All’inizio il pm a Roma aveva archiviato, Magalli continuava. Ho fatto opposizione».
Cosa si aspetta?
«Credo nella giustizia. Lunedì vedrò l’amministratore delegato della Rai Fabrizio Salini, mi auspico che tuteli la mia dignità e quella di tutte le donne».