Corriere della Sera, 11 maggio 2019
A Miss Francia piace mangiare
Nel 1920 il giornalista di origine belga Maurice de Waleffe organizzò il primo concorso della «donna più bella di Francia», con l’idea che «la scelta della maggioranza indicherà il tipo istintivo di una nazione». Quasi un secolo dopo la manifestazione esiste ancora, si chiama Miss France, è sopravvissuta all’epoca delle contestazioni più dure e viene considerata dalla pur battagliera vice-ministra per la Parità uomo-donna Marlène Schiappa come «molto meno sessista della maggioranza delle pubblicità o dei reality». Insomma Miss France resta un concorso in costume da bagno, forse un po’ retrogrado ma c’è di peggio, e l’ultima finale è stata vista da sette milioni e mezzo di francesi.
Nel 2019 il tipo istintivo di una nazione, come diceva il fondatore Waleffe, è una ragazza polinesiana di 23 anni dagli occhi verdi, Vaimalama Chaves, votata dal 44% dei telespettatori (cifra record), che sta emergendo per carattere e personalità tanto da venire lodata con un editoriale di Libération, il giornale della sinistra libertaria e femminista. La rivalutazione di Miss France prosegue grazie a Vaimalama, che in questi giorni viene attaccata e insultata sui social media perché è ingrassata – peccato tuttora imperdonabile nel mondo dell’immagine – ma ha la forza di rispondere a tono.
Su Instagram gli hater notano che «è ancora più cicciona del solito», «si farà umiliare al concorso di Miss Mondo con la sua pancia da nonna», e le raccomandano preoccupati «dovresti fare attenzione al tuo corpo». C’è pure il sospetto che Vaimalama, non chiamandosi Françoise e arrotando le «erre», stia poco simpatica a chi considera i concittadini che sono nati lontano dall’Esagono come francesi solo a metà.
Il paradosso poi è che «la donna più bella di Francia» combatte da anni con l’accusa di essere brutta e grassa. A 18 anni pesava oltre 80 chili e «mi chiamavano mostro, non è stato facile sopportarlo. Ma oggi sono felice di avere fatto quell’esperienza perché mi ha reso più forte e più capace di incassare i colpi», diceva Vaimalama Chaves poco prima di vincere il concorso. Rispetto agli anni del liceo ha perso venti chili, ma la persecuzione è ripartita subito. Lei però ha sviluppato buone armi.
Qualche giorno fa la Miss France per una volta non troppo magra ha risposto alle accuse durante un reportage televisivo: «Eh sì, mi piace mangiare. Mangio molto perché tutti questi piatti che mi offrono da quando ho vinto il concorso non fanno parte della mia cultura, allora ne approfitto per scoprirli. Anche se non è l’immagine classica della Miss France che vi aspettereste. Mi piace scherzare, parlare forte e dormire, e continuerò a essere così, che vi piaccia o no. Quindi buona fortuna perché dovrete sopportarmi ancora per nove mesi».
Vaimalama Chaves sta diventando l’eroina della diversità etnica ed estetica. Con tono semiserio Libération titola «Anche Miss France mangia, grazie Vaimalama», e sottolinea la lezione di democrazia (mi avete eletta, ora mi tenete), di libertà contro l’immagine stereotipata di Miss France, di epicureismo e di apertura e curiosità verso ciò che non le è abituale. E anche Geneviève de Fontenay, 86enne storica organizzatrice del concorso, sostiene Vaimalama concedendo un «comunque è ben proporzionata» (che non è l’osservazione più progressista possibile, ma non si può pretendere troppo).