Sette, 10 maggio 2019
Il cielo di Anassimandro
Lo sappiamo tutti che il cielo stellato che vediamo sopra la nostra testa continua anche sotto i nostri piedi: la Terra è un grosso sasso che galleggia sospesa nel vuoto, circondata da ogni parte dallo spazio. Come lo abbiamo capito?
Lo ha capito uno scienziato greco vissuto 26 secoli fa. Un personaggio a cui sono molto affezionato e a cui ho dedicato un libro: Anassimandro di Mileto. Prima di lui, l’umanità ha pensato per molti secoli che il cielo fosse solo sopra di noi. Sotto di noi, pensavano tutti, c’è solo terra, oppure colonne che reggono la Terra, oppure una grande tartaruga su cui la Terra è appoggiata, o cose simili.
Come ha fatto Anassimandro a capire che la Terra è sospesa nello spazio, senza essere appoggiata su nessuna altra cosa? A ripensarci ora, non sembra poi così difficile: pensate al sole che tramonta a Ovest e la mattina dopo riappare a Est. Da dove passa? E la luna, che pure ogni giorno tramonta a Ovest e sorge a Est? Se state a guardare per un po’ le stelle in una serena notte d’estate, vedete che durante la notte l’intero stellato ruota maestosamente nel cielo: scende a Occidente e risale a Oriente. Da dove passa? È abbastanza chiaro che l’intero cielo stellato deve passare sotto di noi. Ma se l’intero cielo stellato passa sotto di noi, allora vuol dire che sotto di noi non c’è nulla: c’è vasto spazio vuoto dove sole, luna e stelle possono passare, è chiaro allora che la Terra deve essere un sasso sospeso nel mezzo di un grande spazio vuoto.
Facile no?
O almeno sembra facile. Perché a pensarci bene non deve essere stato così facile, se generazioni e generazioni di esseri umani prima di Anassimandro non l’avevano capito. Pensate che in Cina, India e in tutte le civiltà americane nessuno è arrivato a capirlo fino a che non è arrivato qualcuno portando con sé la nuova idea di Anassimandro. Dov’era dunque la difficoltà?
La difficoltà, ovviamente, è che a prima vista l’idea che la Terra galleggi nel vuoto appare assurda: se sotto la Terra non c’è nulla, perché la Terra non cade?
Il genio di Anassimandro è consistito nel comprendere che non c’è motivo per il quale la Terra dovrebbe cadere: la Terra stessa non ha nessuna direzione verso cui cadere perché le cose cadono verso la Terra. Verso cosa potrebbe cadere la Terra stessa? In altre parole, le cose cadono «verso il basso», ma «alto» e «basso» cambiano da un luogo all’altro della Terra, e il «basso» punta sempre verso la Terra.
Tutto qui. Ma c’è voluto Anassimandro per capirlo. E in fondo ancora adesso la cosa è abbastanza sorprendente, no? Provate a ricordare quando da bambini vi siete resi conto per la prima volta che in Australia la gente vive a testa in giù rispetto a noi. Non sembra assurdo, la prima volta che ci si pensa?
La scienza è così: le idee nuove all’inizio talvolta sembrano assurde, ma poi ci aiutano a ridisegnare il mondo in un modo che lo rende, tutto sommato, più comprensibile. La Terra è un sasso che galleggia nello spazio, circondato da ogni parte dal cielo, e non cade perché è verso la Terra che le cose cadono, e quindi la Terra, lei, non ha nessuna direzione verso cui cadere.
Lo ha capito Anassimandro, lo ha insegnato a tutti noi, e l’evidenza che l’idea era giusta è diventata sempre più schiacciante fino … alle foto della Terra prese dagli astronauti dalla Luna.
Un’ultima domanda: perché questa scoperta capitale per capire il mondo in cui viviamo è stata fatta proprio 26 secoli fa e perché proprio a Mileto?
È difficile dirlo, ma qualche indizio lo abbiamo. Mileto era una città ricca, libera, indipendente, e particolarmente aperta al mondo: era una città greca, situata sulla costa turca, che aveva navi che andavano avanti e indietro fino all’Egitto, al Mar Nero, alle coste del Mediterraneo occidentale. Vi erano carovane che la tenevano in contatto costante con gli imperi della Mesopotamia. Era una città senza forti poteri centrali: non c’erano faraoni, imperatori, né potenti Chiese. Era una città aperta al mondo, alle idee, agli altri. È così che cresce l’intelligenza.