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 2019  maggio 10 Venerdì calendario

Marco Minniti: «La sindaca ha difeso lo Stato di diritto, colpevole isolarla»

Marco Minniti, ex ministro dell’interno, è nato a Reggio Calabria.

Al telefono, Marco Minniti appare seriamente preoccupato per quanto accaduto a Casal Bruciato, a Roma. E nel rilanciare la sua idea di sicurezza e legalità, non risparmia apprezzamenti per il gesto di Virginia Raggi, andata a sostenere personalmente i diritti della famiglia bosniaca aggredita da CasaPound senza risparmiare la critica al governo: “Averla lasciata sola è una colpa grave”.
Voi di sinistra, da che parte state a Casal Bruciato?
Dalla parte del risanamento e della legalità. In tutte le questioni che sono emerse in queste settimane viene fuori in maniera evidente un limite delle politiche di sicurezza di questo governo e della destra in generale. Perché un territorio sia sicuro c’è bisogno che quel territorio sia controllato, che abbia un presidio delle forze di polizia e che quel luogo sia risanato. Se non si tiene insieme controllo e risanamento si rischia la rottura sociale e la guerra dentro il popolo.
Che idea di sicurezza propone allora?
Casal Bruciato rappresenta plasticamente cosa dovrebbe essere un’idea moderna della sicurezza: tenere insieme il principio della sicurezza e quello della crescita economica e sociale. La destra non ce la fa politicamente e culturalmente, il suo concetto di sicurezza è soltanto ordine pubblico, la sua attitudine è di fare la “faccia feroce” che però non risolve il problema. Al contrario, occorre avere la consapevolezza che il territorio è al centro di politiche di risanamento sociale, di sviluppo urbanistico e di arredo urbano. La prima contraddizione che invece questo governo ha espresso è stata quella di intervenire sulla sicurezza mettendo in discussione i fondi per lo sviluppo delle periferie.
I rom sembrano essere un nodo che nessuno riesce a gestire. Come pensa vada affrontato il tema?
Se diciamo, e io sono d’accordo, che occorre superare i campi rom bisogna chiedersi come farlo. Siamo una democrazia, non esiste “la soluzione finale”, occorre pensare a grandi progetti di ricollocazione. Consentire attraverso meccanismi legali e trasparenti di assegnare un alloggio a chi proviene dai campi rom, e da parte loro garantire il rispetto di regole, come l’obbligo scolastico. Ma se neghi a una famiglia un alloggio assegnato legalmente e in base a una graduatoria trasparente, la possibilità di esercitare quel diritto, di fatto la condanni a una situazione di permanente illegalità.
Nel caso in questione sembra quasi che la legalità non debba applicarsi ai poveri: persone tranquille impedite nel loro diritto da una pattuglia di esaltati.
In una democrazia questo è inaccettabile. Solo che a sinistra in questi anni abbiamo sottovalutato due sentimenti: la rabbia e la paura. La sinistra non può non misurarsi con il popolo. Anche se è arrabbiato o impaurito. Il punto è che la sinistra ha come obiettivo storico la liberazione dell’individuo e quindi deve stare accanto al popolo e liberarlo dalla rabbia e dalla paura.
Ma che differenza c’è con quanto propone la destra?
La destra fa finta di stare accanto alle persone impaurite per tenerle incatenate alle loro paure. I presìdi delle destre visti in questi giorni tendono a estremizzare rabbia e paura fino al limite della rottura democratica. Noi dobbiamo liberarle da quelle paure.
Che giudizio dà del gesto della sindaca Raggi?
Ho considerato molto importante che ci abbia messo la faccia. La sindaca ha rappresentato lo Stato di diritto, ma mi ha colpito l’isolamento del governo nei suoi confronti. I sindaci in quanto istituzione, come a Roma o a Napoli, e parlo di sindaci non vicini al mio partito, hanno un ruolo nevralgico. L’isolamento della Raggi è testimonianza di una rottura profonda tra questo governo e un sentimento delle istituzioni nel nostro Paese. E ci sono momenti in cui un sindaco di fronte a principi di realtà e di convivenza non può essere lasciato solo. Non può esserci nessun tornaconto elettorale. Se si governa un Paese così impegnativo come l’Italia guardando ai decimali dei sondaggi elettorali si guadagnerà un decimale in più ma si perderà il Paese.
Con la sua insistenza sulla legalità senza però aver garantito la giustizia sociale, il centrosinistra non ha aperto la strada al clima che si respira oggi?
No, noi abbiamo sempre cercato di tenere insieme sicurezza, libertà e umanità. Questi tre ingredienti si reggono l’uno con l’altro. Metterli, invece, l’uno contro l’altro è questo che apre la strada a una rottura. A un progressivo slittamento della nostra democrazia.