Il Sole 24 Ore, 10 maggio 2019
Riciclaggio? Il Vaticano vede «rischi dall’esterno»
In Vaticano i potenziali rischi in tema di riciclaggio del denaro e di finanziamento del terrorismo «provengono principalmente dall’esterno e risultano connessi alle attività internazionali e transfrontaliere». Il rapporto del Comitato di Sicurezza finanziaria (Cosifi) della Santa Sede – cui partecipano i principali dicasteri della Curia, ma anche la Gendarmeria e la Guardia Svizzera Pontificia – previsto dalle regole del Gafi in materia di antiriciclaggio, è chiaro: i rischi sono esterni, quindi sostanzialmente di intromissioni dentro le mura leonine, mentre per i rischi interni vanno rafforzati alcuni aspetti come le donazioni e l’attività di enti senza scopo di lucro che magari, come Caritas, operano in aree sensibili. L’obiettivo è prevenire «potenziali rischi di strumentalizzazione». Il rapporto – coordinato dal direttore dell’Aif (Autorità di Informazione Finanziaria), Tommaso Di Ruzza – rileva il crollo del transito di contante in transito dai confini vaticani: si è scesi dagli oltre 43 milioni in uscita del 2011 ai 13,7 del 2018. In entrata solo 5,8 milioni, dai 16 di otto anni fa.