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 2019  maggio 09 Giovedì calendario

VITA (COMPLICATA) DI WOODY ALLEN - BARBARA COSTA METTE IN FILA GLI AMORI E I DOLORI DEL GRANDE REGISTA - L’INCONTRO CON DIANE KEATON, L’AMORE E IL SODALIZIO CON MIA FARROW,  LO SCANDALO SOON-YI, I TANTI FIGLI BIOLOGICI E ADOTTIVI - LA PSICANALISI, GLI ATTACCHI MALINCONICO-DEPRESSIVO E… -

“Il sesso è sporco? Sì, ma solo se è fatto bene!”, parola di Woody Allen, e tu che fai, ridi ancora alle sue battute? Via, smettila, non lo sai che Allen è un sudicio, un immorale? E mica lo dico io, ma 4 case editrici tra le più prestigiose, che sdegnate si rifiutano di pubblicare l’autobiografia di questo signore, considerandolo uno sporcaccione, un inquinatore delle menti dei lettori.

Niente autobiografia, almeno per il momento, quindi se vuoi sapere la versione dei fatti di ‘Comic Genius’ sulla sua vita medesima, o ti compri e te la spassi coi 3 libri scritti su e con Allen da Eric Lax, oppure leggi qua, e sappi che Woody Allen è nato nel 1935, figlio di Martin e Nettie Königsberg, discendenti di famiglie ebraiche russo-austriache emigrate negli Stati Uniti nella seconda metà dell’800, e rovinate dal crollo azionario del 1929. Nettie è una contabile, Martin un tassista, per un periodo anche allibratore di scommesse clandestine per conto del boss mafioso Anastasia.

Il piccolo Woody odia studiare, lascia la scuola a 15 anni, appena trova il lavoro ideale: scrivere barzellette per i giornali. Poiché lo voleva laureato e farmacista, mamma Nettie pensa di strozzarlo, desiste quando lo convince a diplomarsi alla scuola serale, e Woody a 19 anni ha un pezzo di carta, gag per ABC e NBC che gli fruttano parecchi dollari a settimana, e una moglie, Harlene, di anni 16. Saputo del matrimonio con una minorenne nemmeno incinta e nemmeno ebrea, mamma Nettie pensa di strozzarlo di nuovo, ma Woody la consola iscrivendosi all’università, bigiando le lezioni, non passando un esame, finendo espulso dopo il primo semestre per rendimento nullo.

A 25 anni Woody Allen è autore per comici affermati, scrive per i giornali, il teatro, per il cinema. Nel 1962 divorzia da Harlene, e cambia mestiere: diventa un cabarettista, e successo e soldi gli arrivano subito, e a palate. Nel 1966 Allen si sposa di nuovo, con Louise Lasser, attrice teatrale da cui divorzia nel 1969. Louise la vedi ne Il dittatore dello stato libero di Bananas e in Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sul sesso ma mai avete osato chiedere, due tra le prime prove cinematografiche di Allen che, a fine anni ’60, lascia il cabaret per realizzare film da lui scritti, diretti e interpretati. I rapporti con Louise rimangono ottimi, al contrario di quelli con Harlene, che cita l’ex marito in tribunale e vuole un milione di dollari di danni morali per le battute che Allen ha scritto e recita su di lei.

Nel 1969 Allen scrive la commedia teatrale Provaci ancora, Sam, e ai provini si presenta una ragazza bella da restarci secchi: è Diane Keaton, e diventa la donna più importante della vita di Allen. Quella con Diane è unione sentimentale e artistica totale, lei è l’unica persona a cui Allen sottopone – tutt’oggi – i suoi scritti, e il cui parere è assoluto e vincolante. Un amore, una stima che porta i due mai a convivere né a sposarsi né a mettere al mondo bambini per fermo volere della Keaton. Arrivano film di successo per critica e botteghino, arrivano 4 Oscar per Io e Annie (“Sono vecchio e mi addormento”, è la ‘scusa’ che Allen mette ogni anno da decenni per non andare alla cerimonia degli Oscar, con una sola eccezione, nel 2002, per il suo omaggio alla ‘sua’ New York post 11 settembre).

Con Diane Keaton l’intesa sentimentale termina prima di quella artistica, e Allen è ormai una star, single e playboy: frequenta Anjelica Houston, esce con modelle, e con Pamela Des Barres, la regina delle groupie, (tra le sue prede, Jimmy Page e Keith Moon). “Fai tanti sacrifici per crescerli, ed ecco come ti ripagano!”, ed è con questa battuta detta da Allen al cinema, mentre vedono L’esorcista, che Pamela Des Barres gli cade tra le braccia.

Arrivano gli anni ’80 e arriva Mia Farrow, e quella tra lei e Allen è un’unione anche qui artistica e sentimentale, che dura 13 anni. Mia Farrow è già madre di 6 figli (3 naturali, 3 adottati) avuti dal suo ex secondo marito: con Woody ne adotta altri 2 e ne fa uno biologico, Ronan, (nel pancione di Mia ne Un’altra donna), oggi giornalista famoso in quanto i suoi articoli hanno dato inizio al #MeToo (anche se Mia dice che Ronan è in realtà figlio di Frank Sinatra, suo primo marito e amante per tutto il tempo che è stata con Allen).

Woody e Mia né si sposano né mai convivono, per 13 anni abitano a due isolati di distanza, Woody da solo, lei con i bambini. Quelli degli anni ’80-1993, con Mia e senza di Mia, sono secondo i critici i film migliori di Allen, e certo Hannah e le sue sorelle (3 Oscar), Alice e Crimini e misfatti sono tra le vette di scrittura più alte di Allen (Crimini e misfatti è in gran parte scritto a Roma, all’hotel Hassler di Piazza di Spagna).

Arriva il 1992 e arrivano i casini, c’è lo scandalo Soon-Yi, con Allen che a 57 anni si innamora di una ragazza di 22, figlia adottiva di Mia. Succede tutto per ‘colpa’ di Ingmar Bergman: Allen e Soon-Yi stanno a casa di Mia, su un divano a guardare Il settimo sigillo, e si baciano. Inizia così e finché Mia non li scopre, si amano di nascosto, a casa di lui.

In Quel che si perde, la sua autobiografia, Mia Farrow piange e strepita la sua rabbia e il suo dolore, ma va detto che è innegabile che la storia tra lei e Allen si stava trascinando (guarda la Farrow in Mariti e mogli), e che Allen non ha fatto violenza psichica su Soon-Yi, né sessuale su Dylan, la figlia 7enne che Mia usa come scudo, vendetta, in aule di tribunali che scagionano Allen da ogni accusa (al contrario di Mia, Allen si sottopone alla macchina della verità), ma lo privano dei tre figli avuti con Mia, bambini oggettivamente destabilizzati dalla sua scelta di amare quella che è loro sorella, divenuta loro matrigna.

Allen e Soon-Yi si sposano a Venezia (officia Massimo Cacciari) nel 1997, e quelli degli anni ’90 sono i film più briosi che Allen gira: gli torna accanto Diane Keaton in Misterioso omicidio a Manhattan, poi Allen si cimenta nel musical (Tutti dicono I love you), rivince un Oscar (La dea dell’amore), gira film corali (Celebrity), fellinian-bergmaniani (Harry a pezzi); quando negli Stati Uniti la sua autonomia artistica è minata, l’Italia, la Francia, l’Inghilterra, la Spagna gli danno nuove opportunità, e altra fama, soldi, e onori. È ancora premio Oscar con Midnight in Paris, Vicky Cristina Barcelona, e con Blue Jasmine.

Con Soon-Yi Allen adotta due figlie, e dopo 30 anni smette di andare in psicanalisi, sebbene un attacco malinconico-depressivo lo colga ogni giorno, puntuale, alle 6 di sera. Woody Allen è un democratico che ha votato repubblicano più volte, è appassionato di basket, pugilato e baseball, tifoso sfegatato dei Knicks, e i suoi orari di lavoro sono regolati in base a quelli delle partite in tv.

Grazie a Dio Allen è ateo, legge non so quanti quotidiani (di carta) al giorno, non sa usare il computer, scrive a mano e da sempre ribatte sulla stessa, vecchia macchina da scrivere, una Olympia portatile, comprata nel 1951 e pagata 40 dollari. Allen ignora internet, è claustrofobico, agorafobico, sordo all’orecchio sinistro. Ha paura del sole, dei cani, degli insetti, ma non degli alberi (come recita in Hollywood Ending). Ha la patente, ma il primo lusso che si è concesso coi primi guadagni, è un autista. Tutto quello che sa di storia, letteratura e filosofia, l’ha imparato da autodidatta sui libri, e in essi confida. In New York Stories, la mamma di Sheldon ricalca mamma Nettie. Per inadempimento contrattuale, Woody Allen pretende da Amazon 68 milioni di dollari.