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 2019  maggio 09 Giovedì calendario

Mauro Corona, anticonformista a rimborso spese

Credo di aver capito qualcosa di più sul ruolo che Mauro Corona gioca all’interno di #cartabianca, il programma condotto da Bianca Berlinguer, detta Bianchina (Rai3, martedì). Se ho capito qualcosa di più, come credo, lo devo a un articolo di Luigi Manconi. Mauro Corona – qui si parla del personaggio, non della persona – appartiene alla schiera degli anticonformisti a rimborso spese, pagati per alzare gli ascolti.
Lui e la Berlinguer fingono di bisticciare solo per favorire l’audience. È un innocuo bastiancontrario (la sua battaglia per il ripristino delle guardie forestali è del tutto inoffensiva). La sua trasgressione esprime solo un antico e solido conformismo. Le sue affermazioni, in apparenza tanto oltraggiose, corrispondono, in realtà, a un umore sempre presente nell’animo umano e a una pulsione oscura e profonda che, una volta emersa, si scopre di condividere con molti altri.
Così «spararla grossa» diventa una virtù agonistica che riempie i canali della comunicazione e li gonfia, che invade il linguaggio domestico e quello pubblico, che travolge gli argini come una esondazione lutulenta, diffondendo ovunque le immagini, i gesti e le parole di un nuovo Conformismo della Devianza Deluxe. Se uso parole difficili, e me ne scuso, è solo perché ho preso a prestito la preziosa analisi di Manconi. Per esempio, quando Corona dice «sono stufo di stupidaggini», facendo sobbalzare la Berlinguer, si capisce benissimo che è colto dalla sindrome del bastiancontrario, un’aura eroicistica, con tonalità epiche, che richiama categorie o formule come «schiena dritta» e «forza», «posizione scomoda» e «intransigenza». Il dissenso diventa, in tal modo, manierismo, compiacimento di sé e della propria sconvenienza (vera o presunta che sia) e finisce fatalmente col mimare i tratti e le movenze, i tic e le ossessioni del suo negativo (il conformista), scambiandosi i ruoli con esso.